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-Charles Dickens veniva pagato a parola. Quindi non ci si può arrabbiare se a volte ha paragrafi lunghi e tediosi, perchè anche io avrei fatto lo stesso con lo stesso contratto, no? Non avrei mai usato abbreviazioni o che ne so, definizioni per i colori. Devo dire la parola “rosso”? eh peccato, da ora in avanti userò “il colore del sangue appena versato sulla neve; o che ne so, la tinta che assume l’orizzonte quando il sole scende sopra le dune del deserto sub-sahariano”. BOOM! io e il mio amico Dickens ci possiamo comprare due cene, adesso!
-Stando su questo argomento, Alexandre Dumas veniva pagato per riga. Quindi non è un tipo molto descrittivo, l’80 per cento dei suoi scritti sono dialoghi, cosa che lo fa sembrare molto moderno in fondo ma ci sono anche momenti imbrarazzanti tipo:
“E adesso dove andiamo?
Adesso andiamo in città.
Che città?
Parigi.
Stiamo andando a Parigi?
Sì”.
-Sì ma ci pensate che tipo di tortura estesa avremmo dovuto subire se Victor Hugo fosse stato pagato a gioco di parole?
– Ma George RR Martin lo pagano a morti dei personaggi?