Ho scritto questo libro perché ero l’unica persona in vita ad aver conosciuto i miei genitori e per me era importante mettere a fuoco la loro vita prima di me, a prescindere da me, volevo testimoniare la loro esistenza”, ha confessato lo scrittore americano. “Erano persone piccole, che nella vita non hanno fatto niente di speciale, ma la loro è stata un’esperienza carica di virtù e di amore: non volevo che andasse tutto dimenticato. Ripercorrendo le loro vite ho avuto modo di scoprire che la piccolezza dei miei genitori non era per nulla insignificante e che soprattutto non era in contraddizione con la grandezza della loro virtù”.
Tra loro – Richard Ford
Quanta delicatezza, quanto pudore, quanta “vita” c’è in questo memoriale che Ford scrive sui suoi genitori!
Partiamo dal presupposto che scrivere del proprio padre e della propria madre è sempre difficilissimo, perché chi racconta, chi scrive, non è “altro da loro”, ma qualcuno che ha vissuto gran parte della vita “tra loro”…e proprio per questo motivo ha più difficoltà a guardarli da una certa distanza, come persone che si rapportano non solo con lui, ma anche con il resto del mondo, che hanno un passato che appartiene solo a loro e una vita interiore che può essere inficiata dal sentimento.
“L’incompleta conoscenza delle vite dei nostri genitori non è una condizione delle loro vite. È una condizione soltanto delle nostre”.
Chi sono realmente i nostri genitori?
Chi erano e cosa pensavano prima di noi?
Quali erano i loro sogni, le loro aspirazioni?
Sono stati davvero felici?
Queste sono solo alcune delle domande a cui Ford cerca di dare una risposta, senza inventare, senza romanzare nulla, ma basandosi solo su ciò che ha visto, su quello che gli è stato raccontato, sui suoi ricordi.
E con la consapevolezza che la loro vita è stata sicuramente molto altro (e molto di più) che questo.
Ne vien fuori un ritratto lieve e struggente di un padre commesso viaggiatore, grande e grosso, troppo assente, ma che con la sua assenza è riuscito ad insegnargli che la gente viene e va e che la stabilità è un qualcosa che bisogna crearsi da soli, trovandola dentro se stessi.
Una madre piccola e volitiva che ha dedicato la vita, prima della sua nascita, al marito, seguendolo nel suo lavoro, vivendo praticamente in auto con lui, felici di questo.
Felici.
L’arrivo di un figlio, desiderato e amato, cambia tutto… ma non il loro amore.
Alla fine Ford ci vuole raccontare una storia “vera”, né migliore né peggiore di altre, una storia senza eroi, piena di vuoti e densa di pieni.
Una vita filtrata dal tempo, dove tante cose sono andate perdute, tranne l’amore… e “l’amore, come sempre, è causa di bellezza”.
Gran bella scrittura (e adesso sí che ho tanta voglia di leggere “Canada”).
…” con lei ho conosciuto quel momento che tutti vorremmo conoscere, il momento in cui si dice. Si. È così. Una presa di coscienza che conferma la finalità della vita ed il suo più autentico valore. Con lei ho conosciuto mille di questi momenti nello stesso istante in cui si verificavano, e anche in questo. Suppongo che li conoscerò per sempre “.
Antonella Russi