Persepolis – Marjane Satrapi #Iran #Persepolis #MarjaneSatrapi

LEGGERE IL MONDO: IRAN

“One can forgive but one should never forget.”

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“In life you’ll meet a lot of jerks. If they hurt you, tell yourself that it’s because they’re stupid. That will help keep you from reacting to their cruelty. Because there is nothing worse than bitterness and vengeance… Always keep your dignity and be true to yourself.” – Advice to Marjane’s from her grandmother.

Per quanto riguarda l’Iran, avevo alcuni libri di poeti classici persiani da finire, ma geograficamente come area di appartenenza ognuno di loro può essere letto in modo interscambiabile per il Tajikistan, l’Uzbekistan, l’Afghanistan o l’Iran. Ma c’è una sola opera che appartiene assolutamente e in modo univoco all’Iran, e cioè Persepolis, di Marjane Satrapi, e quindi ho scelto questo. E’ un fumetto molto famoso, il film che ne hanno tratto forse anche di più; è l’autobiografia della protagonista che ha vissuto in Iran da bambina durante la Rivoluzione Islamica che ha visto il ritorno dell’Ayatollah Khomeini, e narra attraverso una serie di ricordi ed episodi -a volte dolorosissimi- la vita della popolazione sotto il regime.

La famiglia della Satrapi era agiata, intellettuale, liberale: la bambina cresce in mezzo a discussioni politiche, culturali, artistiche, ha libertà di ragionamento ed è intelligente, quindi osserva con crescente stupore e poi indignazione la graduale trasformazione della società in cui vive a causa dell’ortodossia religiosa, che influenza tutti gli aspetti della vita dei cittadini. Marjane cerca un senso, una spiegazione a quello che sta succedendo parlando con i genitori o con la nonna, creando nelle vignette un contrasto stridente tra il sano dialogo che avviene in famiglia e l’assurdità maniacale di alcune proibizioni imposte fuori da guardiani o maestri che parlano invasati dal fanatismo politico religioso.

Conversa anche con Dio, Marjane, quando si trova da sola nella propria stanza: per esempio quando è costretta a cambiare scuola, perchè vengono chiusi tutti gli istituti stranieri, e abolite le classi miste, o quando si chiede che senso abbia non poter più indossare i jeans, e se potrà mai andare ancora a una festa. O quando la madre, che l’ha educata secondo principi libertari e di moderato femminismo, la porta con sé in piazza per protestare insieme ad altre donne contro le restrizioni che il nuovo governo islamico cerca di imporre loro, solo per scoprire amaramente che i Pasdaran non sono meno feroci del vecchio esercito dello scià, quando si tratta di reprimere manifestanti inermi. O quando comincia a perdere amici e parenti che scappano all’estero dal regime per non tornare mai più, destino che qualche anno dopo toccherà anche a lei.

La Satrapi non è propriamente fumettista, prima di quest’opera era stata prevalentemente illustratrice di libri per bambini. I disegni che utilizza sono semplici ma sofisticati, le tavole in bianco e nero, ma riesce a veicolare molto bene le varie emozioni che attraversano l’anima della protagonista, e alcune illustrazioni sulla guerra e sul dolore per la morte di familiari o amici sono di grande impatto emotivo.

Persepolis racconta il volto spietato dell’integralismo islamico, il cui aspetto più crudele non è tanto quello religioso, in fondo, ma quello cinico di chi usa il fanatismo mistico come un’arma per avere potere, per sottomettere un popolo tramite la paura, la violenza, il terrore. E racconta anche le piccole ribellioni che chi vive oppresso da un regime sente di dover mettere in atto per non soccombere e impazzire del tutto, per esempio ascoltare gli Iron Maiden durante un bombardamento o leggere libri proibiti. Ed è anche la triste maturazione di una ragazzina che deve accettare come la patria per cui ha avuto sentimenti di amore e trasporto fin da piccola sia ormai diventata una terra popolata da oppressori in cui regna l’ignoranza, dove non c’è più posto per lei per crescere e diventare adulta, dalla quale vive tuttora in esilio.

molto molto consigliato.

Lorenza Inquisition

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Vita Sackville West – Passaggio a Teheran

Viaggiare è il più personale dei piaceri: con questa frase Vita Sackville West introduce i sui ricordi di viaggio in Persia. Si tratta infatti di un piacere privato difficile da comunicare attraverso la scrittura o la parola, che rischiano piuttosto di sortire l`effetto contrario, poiché non c`è niente di più noioso del viaggiatore che ti assilla con i suoi racconti. Ma la scrittirce inglese conosce il segreto per trasformare le sue esperienze in una lettura godibile e cercare di trasmettere la curiosità, il costante senso di sorpresa e la capacità di osservazione che accompagnano i veri viaggiatori.

VITA

Vita Sackville West con questo libro è riuscita ad accompagnare il lettore in terre lontane e per l’epoca misteriose.
È il 1927, il marito di Vita è stato nominato consigliere del Foreign Office a Teheran. Lei lo raggiunge compiendo un lungo viaggio che inizia dalla stazione Victoria a Londra attraversando l’Europa poi l’Egitto, Mar Rosso e Yemen per poi raggiungere la Persia. Un viaggio lungo faticoso e pieno di insidie.
Il linguaggio che usa per descrivere è ricco, emozionante e dettagliato.
Una nazione tribale, priva di strade, acquedotti, scuole, senza un minimo di sistema sanitario, corrotto all’inverosimile.
Nella seconda parte del libro, è descritta la migrazione della tribù bakhtyari, legata ai pascoli. Una bellissima descrizione di paesaggi, persone incontrate, vegetazione che muta fra altopiani e vallate. Il suo viaggio termina ai pozzi petroliferi della Anglo Persian Oil Company insediata dal 1901.
Qui Vita dimostra con la sue parole l’autocompiacimento per il suo appartenere alla razza padrona e il forte spirito coloniale proprio di moltissimi inglesi.

“In uno stato ideale, bisogna o non bisogna istruire la gente?
Io penso di no, mi pare sia necessario lasciare che chi coltiva la terra, coltivi semplicemente la terra senza essere coinvolto in speculazioni pericolose per una mente istruita a metà. Se sia umanamente giustificabile abusare della semplicità e docilità di un uomo tenendolo in una condizione di ottenebramento mentale perché più facilmente controllabile.
La mia opinione è che è giustificabile purché le autorità che lo controllano siano perspicaci”.

Olè!

Raffaella Giatti

Descrizione

Ardente e solitaria, sognatrice e cinica, amata e desiderata da uomini e donne, Vita Sackville-West a trentaquattro anni si imbarca dall’Inghilterra per raggiungere il marito diplomatico a Teheran. E’ solo l’inizio di un lungo viaggio che la spingerà fin sulle montagne impervie abitate dalle fiere tribù dei pastori Bakhtiyari.