Il partigiano Johnny – Beppe Fenoglio

Beppe Fenoglio Partigiano Johnny

“…Stava portando alla stalla il quarto secchio quando lo investì un ansimare e un rullar di zampe, e vide giusto la lupa sorpassarlo in tromba, mandando un solo latrato, grosso e istantaneo come un colpo di clakson, poi schettinando sul ghiaccio irruppe nella cucina dalla quale subito si alzò un grido al miracolo. Johnny lasciò perdere il secchio, si avventò in cucina e si tuffò con la vecchia su quel misto di pelo e orgasmo ed abbracciando la bestia si abbracciavano l’un l‘altra e le mani di lui scorrevano indifferentemente sul manto del cane e sui capelli della vecchia. – Gli è scappata! – gridava lei al colmo della felicità e della fede: – Gli è scappata! la mia piccola lupa mica ha sbagliato strada, il vero Dio l’ha guidata! il cuore me lo diceva, Johnny , ma io non mi sono mai manifestata, per superstizione. Mia piccola lupa, ora ti darò tutta la carne che è ad arrostire, – e abbozzò di alzarsi e servirla, ma poi ripiombò sui ginocchi per non sazietà di abbraccio e festeggiamento. E Johnny s’impadronì delle zampe anteriori, gonfie e scalfite da ore di galoppo e se le applicò sulle guance per amore e gratitudine.”

Il partigiano Johnny – Beppe Fenoglio

e buon 25 aprile a tutti, Lazzìa

Preferisco il rumore del mare – Giovanna Astori, Andrea Masotti

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e non lo so, non lo so. è solo un periodo oppure è la definitiva sentenza della vecchietà che non mi consente di apprezzare alcune storie? io non celò na risposta, puttroppo. ciò che so è che mi innervosisco di fronte a scritture troppo arzigogolate, a sentimenti spatasciati sulla pagina che mi paiono simulare emozioni di amplessi intorcinati e invece io sostanzialmente m’annoio e alla fine dico: e quindi?
la storia sarebbe stata anche intrigante, due ragazzi che incrociano le proprie vite su un treno e immaginano l’altro/a e la di lui, di lei esistenza e immaginano male e vorrebbero parlarsi ma non lo fanno e intanto pensano agli accadimenti del proprio percorso e si macerano e vabbè, stiamo tutti là a macerarci e non proviamo simpatia né condivisione se leggiamo cose tipo:
“la spiaggia era una distesa umida a perdita d’occhio, con i lembi baciati dal mare plumbeo che si proiettava deciso in semicerchi di schiuma.”

no, dico distesa umida?? lembi baciati?? semicerchi di schiuma??

“ho decine di occhi addosso, avverto la tensione senza riuscire a distinguere se ne sia imbevuta la sala o il mio cuore, quei due etti di muscolo che mi battono la colpa in petto”

quei due etti di muscolo?? EDDAI SUUUUU!!! si, me ne faccia n’antra fetta, e già che c’è ci metta pure n’etto di polmone che ar micio mio je piace tanto, grazzie.

sono io che passa il tempo e divento cinica ed esigente e criticona e non riesco a comprendere appieno i sentimenti di due ggiovani ventenni? diteme che non dipende soltanto da me, daje.
(libro scritto a 4 mani, se propio propio devo sceglie ho preferito la parte di Luca, che quella di Beatrice, ahimè…la distesa umida etc etc knockout, gna posso fare, scusasseme, datemi qualcuno che non si prenda troppo sul serio peppiacere, datemi un classico, pietà per un’anziana)

Preferisco il rumore del mare – Giovanna Astori, Andrea Masotti

Lazzìa