Il guardiano della collina dei ciliegi – Franco Faggiani #Faggiani #Fazi

Il guardiano della collina dei ciliegi -Franco Faggiani

Editore: Fazi
Collana: Le strade

Ho comprato questo libro il giorno stesso della sua uscita. Lo stavo aspettando con grande curiosità. Il guardiano della collina dei ciliegi di Franco Faggiani (Fazi editore) è la storia di Shizo Kanakuri, un maratoneta giapponese realmente esistito, del quale anni fa lessi la storia curiosa. Shizo Kanakuri nel 1912 partecipò alle Olimpiadi di Stoccolma. Basterebbe il racconto del percorso che lo portò in Svezia per fare un romanzo, ma quello che rese memorabile Shizo fu il fatto che, seppur partito favorito con un gran tempo, verso il 30° chilometro si fermò per bere e riposarsi un momento. Faceva caldo e lui si addormentò. Al suo risveglio era buio, era notte. Tutte le belle speranze sue e di chi lo aveva sostenuto, compreso il suo Imperatore, erano morte. Lui sparì, con la vergogna del disonore su di sé e sul Giappone.

Cosa successe nei decenni successivi non si sa o non è chiaro. Quello che è certo è che nel 1967, all’età di 77 anni, Shizo fu invitato a Stoccolma per riprendere la maratona esattamente nel punto dove l’aveva interrotta addormentandosi. La gara fu così portata a termine e il tempo finale registrato ufficialmente: 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti, 20 secondi e 3 decimi. Un record, a suo modo.

Il libro di Franco Faggiani copre quei lunghi decenni di silenzio. Immagina e inventa la vita di Shizo, gli mette accanto personaggi mai esistiti, gli fa compiere azioni e ci racconta il lungo percorso di una vita solo per alcuni tratti reale.

Adesso dovrei dirvi cosa penso del libro e raccomandarvelo caldamente. Solo che non posso perchè il libro mi è piaciuto proprio poco e sinceramente mi rincresce dirlo. Non è riuscito a coinvolgermi, non mi ha emozionata. Il protagonista parla in prima persona, un giapponese che ci parla del Giappone. Ma a scrivere è un occidentale e caspita se si sente! Ogni tanto una frase che vorrebbe essere ad effetto e troppo spesso luoghi comuni. Non posso fare paragoni con il libro precedente di Faggiani del quale avete detto tutti un gran bene perchè ancora non l’ho letto, però la scrittura di questo mi è sembrata piuttosto fredda, formale, davvero poco emozionante. Probabilmente non l’ho affrontato nel modo giusto ed è per questo che aspetto con molta curiosità il parere di qualcuno di voi.

“Sono del parere che sia più interessante scoprire cosa c’è lungo il cammino che guardare quello che potrebbe esserci oltre la meta. Spesso le aspettative si rivelano deludenti.”

Eh…

Anna LittleMax Massimino

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Cronache di un gatto viaggiatore – Hiro Arikawa #Gatto #romanzo

Cronache di un gatto viaggiatore – Hiro Arikawa

Traduttore: D. Guarino
Editore: Garzanti Libri Collana: Narratori moderni

Una cosa di cui non si può fare a meno sono gli amici con presenza di spirito e senso dell’umorismo.

Libro a metà strada tra la formazione e l’on the road: Satoru è un trentenne single che, per un imprecisato motivo, non può più tenere Nana, il gatto randagio che aveva accolto in casa cinque anni prima. Questo è il racconto, narrato in prima persona proprio da Nana, del viaggio in auto attraverso il Giappone (parte on the road) alla ricerca, tra le sue conoscenze del passato, di un nuovo padrone adatto a ospitare il micio. Tra filari di betulle bianche, peschi e canne di bambù, attraverso un Giappone pieno di colori, profumi e panorami dal fascino infinito, incontrano il migliore amico di Satoru da bambino, la prima donna che ha amato e poi perso e il suo compagno di scorribande delle medie, con diversi flash-back (e qui è la parte di formazione).

«Il mio mondo girava intorno all’appartamento di Satoru e il mio territorio aveva un raggio d’azione davvero microscopico. Per essere il territorio di un gatto era abbastanza ampio, ma paragonato alla vastitià di questo mondo era piccolissimo. Nel mondo ci sono molti più paesaggi che scompaiono senza che un gatto li veda nemmeno una volta prima di morire»

Niente di eccezionale, sia chiaro, ma è una piacevole lettura che porta in una cultura molto lontana dalla nostra facendo conoscere diversi aspetti del Giappone e le parti in cui Nana racconta gattescamente il suo rapporto con Satoru e gli altri, siano uomini o altri animali, sono divertenti per quanto possano essere verosimili.

Il finale è piuttosto telefonato ma rimane decisamente struggente.

Un gatto che credeva di non aver bisogno di nessuno. Un ragazzo che ha scelto di stare solo per paura di soffrire. Un viaggio nella magia del Giappone per scoprire che la loro amicizia non potrà mai finire.

Massimo Arena