Cronache di un gatto viaggiatore – Hiro Arikawa
Una cosa di cui non si può fare a meno sono gli amici con presenza di spirito e senso dell’umorismo.
Libro a metà strada tra la formazione e l’on the road: Satoru è un trentenne single che, per un imprecisato motivo, non può più tenere Nana, il gatto randagio che aveva accolto in casa cinque anni prima. Questo è il racconto, narrato in prima persona proprio da Nana, del viaggio in auto attraverso il Giappone (parte on the road) alla ricerca, tra le sue conoscenze del passato, di un nuovo padrone adatto a ospitare il micio. Tra filari di betulle bianche, peschi e canne di bambù, attraverso un Giappone pieno di colori, profumi e panorami dal fascino infinito, incontrano il migliore amico di Satoru da bambino, la prima donna che ha amato e poi perso e il suo compagno di scorribande delle medie, con diversi flash-back (e qui è la parte di formazione).
«Il mio mondo girava intorno all’appartamento di Satoru e il mio territorio aveva un raggio d’azione davvero microscopico. Per essere il territorio di un gatto era abbastanza ampio, ma paragonato alla vastitià di questo mondo era piccolissimo. Nel mondo ci sono molti più paesaggi che scompaiono senza che un gatto li veda nemmeno una volta prima di morire»
Niente di eccezionale, sia chiaro, ma è una piacevole lettura che porta in una cultura molto lontana dalla nostra facendo conoscere diversi aspetti del Giappone e le parti in cui Nana racconta gattescamente il suo rapporto con Satoru e gli altri, siano uomini o altri animali, sono divertenti per quanto possano essere verosimili.
Il finale è piuttosto telefonato ma rimane decisamente struggente.
Un gatto che credeva di non aver bisogno di nessuno. Un ragazzo che ha scelto di stare solo per paura di soffrire. Un viaggio nella magia del Giappone per scoprire che la loro amicizia non potrà mai finire.
Massimo Arena