Nella storia recente non c’è avvenimento catastrofico che possa essere paragonato alla fine del Terzo Reich nel 1945. Mai in precedenza il tracollo di un impero aveva comportato la cancellazione di tante vite umane, la distruzione di tante città, la devastazione di interi territori. A ragione Harry L. Hopkins, consigliere di entrambi i presidenti statunitensi durante la guerra, evocò di fronte alle macerie di Berlino un’immagine della storia antica: la distruzione di Cartagine.

Il bel film La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, noto per la grande interpretazione di Bruno Ganz (e la pletora di irresistibili meme al seguito), si basa su due libri: Fino all’ultima ora, diario di Traudl Junge, segretaria del Führer dal 1942, e questo La disfatta, scritto da Joachim Fest, storico del Terzo Reich e autore di biografie su Hitler.
Fest cerca di raccontare gli ultimi quattordici giorni del Terzo Reich e di Hitler dando un quadro di insieme che alterni le vicende militari dei generali tedeschi al fronte – che è ormai alle porte di Berlino con i Russi in avanzata inesorabile -, gli eventi storici che hanno portato alla conclusione della guerra in quelle condizioni, e l’allucinante quotidianità del bunker, un ambiente claustrofobico in cui i fedelissimi ascoltano gli ultimi deliri del loro Fuhrer decidendo poi di -o se– morire con lui.
Molti sono i raggruppamenti di testimonianze che l’autore ha deciso di accorpare forse in modo arbitrario (ma è un importante biografo di Hitler e sa cosa sta facendo), e d’altronde le memorie di quei particolari momenti sono tante e diverse, e a volte parecchio discordanti tra loro, conciliarle tutte in una narrazione armonica era forse impossibile.
I deliri di onnipotenza del Fuhrer, che pensa di comandare armate che non esistono più e con febbrile impazienza inveisce isterico contro i suoi Generali, contro i suoi più fidi collaboratori, contro lo stesso popolo tedesco colpevole di essere stato troppo debole per i sogni di gloria del suo dittatore, si alternano lugubremente a una sorta di narcotica rassegnazione e quasi ridicoli momenti di autocommiserazione. Pur essendo un saggio storico, e non un romanzo, è difficile rimanere lucidamente consapevoli che quest’uomo derelitto è un folle omicida, che ha odiato visceralmente milioni di innocenti per il solo motivo del razzismo, e non merita umana pietà. Pure, si riflette.
Ogni episodio narrato si basa sulla certezza storica dei fatti, sullo studio di diari, memorie di testimoni, documenti ufficiali. Se si conosce il film La Caduta, o se si è letto molto sull’argomento, questo non è forse un libro che offra particolari illuminazioni, ma ha il pregio di essere coinvolgente e di fornire un’esperienza di lettura interessante su un momento storico complesso e terribile. Ancora nei primi anni del duemila, Fest affermava che la Germania si misura con il suo passato “Spesso in modo didattico, banale, moralista; i giovani ne hanno piene le scatole, sono annoiati dal continuo sentirsi ripetere parole quali Olocausto o Auschwitz, anche per colpa di una storiografia sempre più elitaria e lontana dalla gente comune.”
In questo senso, se si cerca un saggio sugli ultimi momenti del Terzo Reich che non sia eccessivamente impegnativo, ma ben scritto e basato su dati oggettivi, la Disfatta è una lettura meritevole.
Lorenza Inquisition
Titolo – La disfatta
Autore – Joachim Fest
Collana ELEFANTI STORIA
Casa Editrice GARZANTI
176 pagine, Brossura
