Cheryl Strayed – Wild #CherylStrayed #Wild

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È un po’ un cliché leggere un libro di viaggio durante un viaggio. Forse lo è, ma l’alternativa che avevo nello zaino era questo oppure Jane Austen, e non ero ancora pronto per una dose di femminilità. E così sono stato punito con una dose di femminismo! ahahaah! scherzo non era così terribile.
Mi sono salvato perché ai tempi mi ero perso il film e in questo modo sono arrivato senza pregiudizi al libro.
Malgrado la naivitè dell’autrice che spesso si avverte, il libro é proprio ben scritto, di quelli che ti scivolano sotto gli occhi al massimo uno o due giorni. È la storia vera di un viaggio sul PCT, Pacific Crest Trail, un percorso in trekking che va dal Messico al Canada sulle montagne rocciose, cazzutissimo. Lei se lo fa da sola, come una specie di pellegrinaggio spirituale alla ricerca della sua vecchia identità, andata smarrita dopo il lutto per la madre e il divorzio giovanissima; e anche della sua nuova identità. Di fatto dopo il viaggio decide di trasferirsi dal Minnesota a Portland: giacchè come tutti gli avventurieri, sente il richiamo verso Ovest.
Si avverte ogni centimetro di strada percorsa: la fatica, il dolore ai piedi, lo zaino che ti seghetta la schiena e le spalle, i soldi che non bastano mai per pagarsi la cena, gli amici incontrati lungo il percorso, la paura di strani rumori la notte, lo svitato che ti minaccia nei boschi (a chi non è mai capitato!?), il desiderio provato per il tuo occasionale compagno di viaggio, la rabbia per essersi persi lungo il sentiero, la pioggia, l’afa, la fame, la frustrazione, la soddisfazione di aver concluso, e molto molto altro ancora.
Mi sento di consigliarlo, ma più alle donne: non perché gli uomini non possano comprendere il punto di vista femminile, quanto perché i riferimenti a molti dei riti di passaggio e ai segreti del mondo femminile risultano a volte un linguaggio segreto, che non ostacola la lettura, è vero, ma che di fatto mi sa che un ragazzo come me non ha afferrato completamente. Nel complesso un bel libro, scritto di getto e con passione ( ma non aspettatevi un premio pulitzer!)

Stefano l.

Un ottimista in America – Italo Calvino #ItaloCalvino

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Rome, December 1984 – Writer Italo Calvino ><

Sto leggendo Un ottimista in America, di Italo Calvino, un libro “nuovo” di questo autore, uscito nel 2014. Era già pronto nel 1961, lo stesso Calvino ne aveva corretto le bozze e scelto il titolo; tuttavia era uno scrittore molto esigente sulla qualità della propria opera, e alla fine pensò che non fosse abbastanza buono per essere pubblicato. Non so se rendiamoci conto: uno scrittore (che è pure Calvino, particolare che non sottovaluterei così alla cacchio) che dice No, questo non lo pubblico. Non è abbastanza. Naturalmente non dovrebbe essere una cosa così eccezionale, in fondo. Sei uno scrittore, ti pregi di essere critico ma anche onesto, col tuo editore ma anche e soprattutto col tuo pubblico, se non con te stesso.Tuttavia è una cosa che a leggerla così, mi sale la tristezza. Non dovrei tirare in ballo che uomini così non ne ce sono più, nella scena letteraria italiana, e poi neanche c’è più, la scena letteraria italiana, per dire. Allora, non lo farò, dai, penserò a una frase che da sola vale già tutto il libro: “La vera debolezza americana sta nell’incapacità di capire ogni altro mondo che non sia il suo. Non hanno il senso della storia perché hanno scelto la geografia, l’occupazione degli spazi”.
Ma non era abbastanza buono. Zio cane signor Calvino vengo lì e le dò uno scappellotto. Dopo lei giustamente mi può tirare in testa tutta la Treccani e io sto zitta e muta, ma uno scappellotto sul coppino io glielo tiro.

Lorenza Inquisition

DESCRIZIONE

Partendo per gli Stati Uniti, e anche durante il viaggio, spergiuravo che non avrei scritto un libro sull’America (ce n’è già tanti!). Invece ho cambiato idea. I libri di viaggio sono un modo utile, modesto eppure completo di fare letteratura. Sono libri che servono praticamente, anche se, o proprio perché, i paesi cambiano d’anno in anno e fissandoli come li si è visti se ne registra la mutevole essenza; e si può in essi esprimere qualcosa che va al di là della descrizione dei luoghi visti, un rapporto tra sé e la realtà, un processo di conoscenza. … Mi interessavano gli Stati Uniti, come sono fatti realmente, non, che so io, per un ‘pellegrinaggio letterario’ o perché volessi ‘trarne ispirazione’. Però negli Stati Uniti sono stato preso da un desiderio di conoscenza e di possesso totale di una realtà multiforme e complessa e ‘altra da me’, come non mi era mai capitato. È successo qualcosa di simile a un innamoramento.” Italo Calvino