«Dicono che a diciotto anni non sai niente. Ma ci sono cose che sai a diciotto anni e che non saprai mai più.»
Il libro racconta la storia di un’amicizia che inizia nella Scozia degli anni ’80, nei quartieri e nelle famiglie di operai che contestano le scelte della Tatcher.
Noodles (vero nome James) viene lasciato solo dai genitori e cresce con la famiglia del suo amico carismatico Tully.
La loro crescita è fatta di tanta musica e film, e oltre a riuscire a emergere in quell’ambiente difficile, insieme ai loro amici culmineranno la loro giovinezza in quello che forse sarà il we della loro vita: un we di musica a Manchester.
Alla soglia dei 50 anni Tully chiama Noodles per la notizia peggiore che potesse dargli: gli hanno diagnosticato di essere un malato terminale, e da amico dovrà aiutarlo a non cedere completamente alla malattia, dovrà accompagnarlo in Svizzera a morire prima che il suo corpo inizierà a sfaldarsi…
Sul verso di Antonio e Cleopatra “Induciamo la morte a essere orgogliosa di ghermirci”, si snoderà la seconda parte del libro, molto intensa e amara.
Libro che passa dagli eccessi della giovinezza, all’amarezza di una vita che sarà stroncata, con il protagonista in piedi davanti al suo destino fino alla fine.
Ho scoperto l’esistenza di questo libro sabato, acquistato domenica sera, e letto in 3 giorni, non posso che straconsigliarvelo. Unica eccezione forse chi ha avuto esperienze che possono essere rievocate, perché nonostante non sia mai banale, la seconda parte è davvero molto forte come sentimenti.
Roberto Sensidoni
di Andrew O’Hagan (Autore) Marco Drago (Traduttore)
Bompiani, 2022
Glasgow, estate 1986. Tra il carismatico Tully e il sensibile James, detto Noodles, c’è un legame fortissimo, un’amicizia fondata sulla musica, sui film, su un comune, luminoso spirito ribelle. Insieme agli amici Tibbs, Limbo e Hogg partono per un finesettimana destinato a non tradire le attese: andranno a Manchester, dove ci sono negozi di dischi, locali, un festival da leggenda, musica dappertutto (e alcol, e altro). Sono anni lividi, il grande sciopero dei minatori è un ricordo recente, vivere in provincia vuol dire rischiare di non andarsene mai. James, che ama i libri, e Tully, operaio saldatore, si promettono una cosa: che la loro vita sarà diversa. Trent’anni dopo squilla il telefono a casa di James. Tully deve parlargli. È malato, di una malattia inguaribile, chiede il suo aiuto per andarsene con dignità. Solo James può accompagnarlo lungo la strada più difficile. Un romanzo di memoria e verità, un tributo alla leggerezza dell’essere giovani e alla capacità di cambiare insieme, scoprendo le gioie e il prezzo dell’affetto quando è vero.