FATO E FURIA – Lauren Groff
ed. orig. 2015, trad. dall’inglese di Tommaso Pincio
Bompiani, Milano 2016
“Avrebbe potuto morire di felicità in quel preciso istante. Immaginò il mare gonfiarsi per risucchiarli, scarnificarli con la sua lingua e rivoltare le loro ossa in un abisso di molari corallini. Se lei era al suo fianco, pensò, se ne sarebbe andato cantando.”
Sono incappata in questo romanzo grazie a Beatrice e Massimo, meravigliosi librai e ancor più meravigliosi lettori.
Sarebbe stato più che sufficiente, ma in più, ad attrarmi, c’era il titolo:
il fato. La furia.
Due cose a cui, in modo parziale e involontario, credo.
Un romanzo potente che, attraverso la storia delle vite – del tutto fuori dall’ordinario, va detto – di Lotto e Mathilde ci parla del matrimonio, è indubbio, ma anche della relatività della realtà (la nostra, quella degli altri), di chi pensiamo di essere e di quanto siamo persone diverse agli occhi di chi c’è accanto.
Non scriverò nulla della trama, il rischio spoiler è troppo alto. Solo una cosa: avrei voluto (vorrei) il privilegio di essere amata come Mathilde ama Lotto.
Vi dirò, però, che è scritto molto bene, ma senza tracce di autocompiacimento, che vi imbatterete in personaggi, anche secondari, vividi e “sezionati” come pochi, che è avvincente e intenso, e che la seconda parte vi lascerà ammaliati, ma non potrebbe avere questo effetto stupefacente senza la prima.
– l’ho terminato da giorni ma ne scrivo solo adesso perché mi ha lasciato un segno profondo il pensare che non esiste la realtà, ma solo la nostra percezione di essa, sulla base di quel che sappiamo e conosciamo di qualcuno o qualcosa e del nostro relazionarci soggettivo con persone e situazioni.
E che la verità esiste, ma non ci è dato di conoscerla.
Loretta Briscione