Nel 2014, spinto dal quarantennale dell’impresa, ho cercato il film Man on Wire, di cui vi ho già raccontato qualche settimana fa. Acquistandolo mi è stato proposto anche questo libro, che narra di vicende che avvengono proprio all’ombra di quell’uomo sospeso in una danza magica su un cavo teso a 110 piani dal suolo. Il titolo non mi ispirava per niente, ma le recensioni dei lettori mi hanno spinto a mettere anche quello in lista.
Così sono partito di nuovo per NY, nell’A…gosto del 1974, e dintorni.
Il libro prende l’avvio proprio da quella mattina. Una figura nera sul cornicione, lassù in cima al mondo, qualche passante che inizia a guardare e che inizia a diventare folla, e domande e cosa succede e che ci fa lassù e forse si butta e buttati! e…
E poi il libro racconta di altre vite e altre storie, tutte a loro modo unite da fili sospesi nel vuoto, fili invisibili ma tesi e capaci di portarti dove non ti saresti mai aspettato, o di farti precipitare. Si racconta di perdite e di incontri, della vita che svolta in un battuto di ciglia, della grande Storia, che in quegli anni si chiamava Vietnam e Watergate, e della storia dei miserabili, dei tossici e delle battone nel bronx, o dei ricchi di Park Avenue, che ritrovano proprio tra quelle case fatiscenti una ragione per farsi forza a guardare oltre la propria disperazione.
Fili sospesi da percorrere verso un posto una persona che si possa, finalmente, chiamare Casa, lasciando il resto del mondo a girare.
PS: il libro mi sembra tradotto bene, ma non mi capacito della scelta del titolo, orribile. L’originale è Let the great world spin.
Luca Bacchetti