Quello che per me resta il più bel romanzo del Re compie trent’anni e non li dimostra affatto.
Desideravo rileggerlo da molto tempo, anche se lo ricordavo benissimo nonostante lo avessi letto a diciassette anni, proprio perché speravo di ritrovarne la magia e non mi ha deluso, anzi: mi sono ritrovata di nuovo nei Barren con il Club dei Perdenti, incollata alla pagina, ipnotizzata dal susseguirsi degli eventi, il passato e il presente che si intrecciano con precisione chirurgica, svelando al lettore la più appassionante storia mai raccontata.
It non è un “romanzo dell’orrore”, It è la più grande e realistica storia di amicizia, infanzia, crescita che sia mai stata raccontata.
Ci sono tutto il coraggio e la paura che si possono provare da bambini, insieme a quel volersi bene totalizzante che nasce nel giro di due giorni, tipico di quell’eta, e c’è l’essere disposti anche a morire – e a morire davvero – per i propri amici, “che hanno costruito la propria casa nel tuo cuore”.
Grazie, zio Stephen.
Loretta B.