Le braci – Sándor Márai

LEGGERE IL MONDO: UNGHERIA

sandor

Bellissimo romanzo, intenso, in ogni pagina il piacere della parola scritta. E’ uno di quei libri per cui sono grata di aver intrapreso il mio biblioviaggio intorno al mondo, ho trovato un autore da amare.
 
Le braci è un libro che parla di quello che resta, le passioni diventate cenere, i ricordi che sfumano, le risposte a domande che ci siamo posti per tutta una vita a cui in fondo avevamo già trovato risposta, l’attesa di un’esistenza che si consuma nel guizzo di una fiamma.
 
Il libro è breve, e consiste in un lungo (forse un po’ troppo lungo) monologo di un vecchio Generale ungherese, che una mattina apprende dell’arrivo di un suo amico, che non vede da quarant’anni. Questo scatena un flusso di coscienza e ricordi, che culmina la sera in un dialogo esasperato (forse un po’ forzato, e a volte -poche- tedioso) che rievoca un tradimento mai dimenticato. La storia, in reatà, non c’è: ci sono solo i ricordi, evocati magnificamente, di vite passate e di una gioventù sfumata in fretta, e le riflessioni sull’esistenza, l’amore, l’amicizia, l’onore. Un’acuta analisi sulle ragioni dell’umano agire, e di come alla fine di un’esistenza tutto comunque passi e cessi di importare.
 
E’ un piccolo grande libro, un po’ triste, con molta solitudine e tanto inutile romanticismo, scritto splendidamente.

 

Lorenza Inquisition

Magda Szabò – La porta #MagdaSzabo

«Con Frau Szabó avete pescato un pesce d’oro. Comprate tutta la sua opera, quello che ha scritto e quello che scriverà».
Herman Hesse
laporta
Grazie per avermi convinto a leggerlo. Sono un uomo pieno di pregiudizi e non amo molto le scrittrici. La storia di una governante settantenne nella periferia della Budapest del dopoguerra, due mesi fa non lo avrei neanche aperto, neanche se fossi stato isolato in cima ad un montagna con solo quel libro da leggere. Magda Szabo è bravissima, non eccelsa ma brava. Su Emerenc non saprei cosa dire, la ami, la odi, la rivedi in zie di 80 anni, a me ricordano una zia con cui sono cresciuto e che ho odiato per tutta la vita, nel leggere la porta ho dovuto fare i conti con quel sentimento e rivalutare tutta la mia vita in rapporto a quella zia, devo dire che l’ho sempre giudicata troppo severamente. Alcune donne non vanno giudicate, vanno capite ed accettate per quello che sono, rompipalle, nevrotiche, ma con una purezza nell’anima che si ha difficoltà a trovare negli uomini. Io sono contento perchè ho eliminato alcuni stupidi pregiudizi che avevo riguardo le scrittrici e quindi per me è stato un doppio successo.
Daniele B.
DESCRIZIONE
È un rapporto molto conflittuale, fatto di continue rotture e difficili riconciliazioni, a legare la narratrice a Emerenc Szeredás, la donna che la aiuta nelle faccende domestiche. La padrona di casa, una scrittrice inadatta ad affrontare i problemi della vita quotidiana, fatica a capire il rigido moralismo di Emerenc, ne subisce le spesso indecifrabili decisioni, non sa cosa pensare dell’alone di mistero che ne circonda l’esistenza e soprattutto la casa, con quella porta che nessuno può varcare. In un crescendo di rivelazioni scopre che le scelte spesso bizzarre e crudeli, ma sempre assolutamente coe-renti dell’anziana donna, affondano in un destino segnato dagli avvenimenti piú drammatici del Novecento. Pubblicato in Ungheria nel 1987, ma in qualche modo disperso negli anni della transizione politica, La porta è il romanzo che ha rivelato la piú grande scrittrice ungherese contemporanea.