Romain Gary, La vita davanti a sè

10408945_390896167745159_2201124126837087363_n

Di questo libro si è parlato più volte nel gruppo, non aggiungerò altro. Solo un consiglio: leggetelo. Per ridere a crepapelle con Momò e per immaginare di abbracciarlo forte ogni volta che piange. E per scoprire quanto può essere meravigliosa una vera storia d’amore tra una vecchia prostituta che cade a pezzi e un bambino abbandonato che quei pezzi cerca di raccoglierli.
E per Miss Lola, naturalmente.

Anna LittleMax Massimino

Sinossi: Momo è un bambino che viene cresciuto da Madame Rosa in un appartamento al sesto piano di un palazzo nel quartiere multietnico di Belleville a Parigi. La donna, un’anziana ebrea reduce da Auschwitz, si occupa di crescere i figli di prostitute che per legge non possono tenerli con sé. Momo sembra un caso a parte; proviene da una famiglia musulmana e sua madre, a differenza delle altre, non si presenta mai e intorno alla sua origine sembra che tutti intorno a lui mantengano il mistero. Tutti i mesi Madame Rosa riceve un mandato di pagamento per il suo mantenimento.

Eroe di guerra, diplomatico, cineasta, Romain Gary si suicidò il 3 dicembre 1980. La sua scomparsa fece scalpore ma il vero colpo di scena arrivò quando, pochi mesi dopo la morte, si scoprì che Gary ed Emile Ajar, autore del romanzo “La vita davanti a sé”, erano in realtà la stessa persona. Il libro, che narra le vicende di Momo, ragazzo arabo nella banlieu di Belleville, figlio di nessuno, accudito da una vecchia prostituta ebrea, vinse il Goncourt inaugurando uno stile gergale da banlieu e da emigrazione, cantore di quella Francia multietnica che cominciava a cambiare il volto di Parigi.

Libro straconsigliato.

La vita davanti a sé (Biblioteca) su Amazon