Contro l’odio – Carolin Emcke #CarolinEmcke

*Un saggio che parli di un argomento di attualità

Contro l’odio – Carolin Emcke

Collana: I fari

Razzismo, fanatismo, sentimento antidemocratico: il dibattito pubblico a cui partecipiamo è sempre più polarizzato, dominato da un pensiero pronto a contestare le posizioni degli altri, ma incapace di mettere in discussione le proprie.
Carolin Emcke oppone a questa omologazione la ricchezza di una società aperta a voci differenti: una democrazia si realizza pienamente soltanto con la volontà di difendere il pluralismo e il coraggio di opporsi all’odio. Con questi anticorpi possiamo sconfiggere i fanatici religiosi e nazionalisti, che raccolgono consensi ma hanno paura della diversità e della conoscenza, le armi più potenti che abbiamo.

“Come si è già detto all’inizio di questo libro, non limitarsi a condannare l’odio e la violenza, ma esaminarli nelle loro modalità funzionali significa anche mostrare dove sarebbe stato possibile qualcosa di diverso, dove qualcuno avrebbe potuto intervenire. Questi fenomeni non vanno solo rifiutati, bisogna osservare con quali strategie retoriche, metafore o immagini vengano plasmati e canalizzati, proprio per evidenziare quei punti delle sequenze narrative in cui le trame possono essere interrotte, tranciate.”
Un saggio purtroppo attuale, perché l’odio, l’intolleranza e l’indifferenza sembra non decadano mai. Una serie di riflessioni su come ciò sia possibile, su chi ne trae beneficio e sul come si possa e si debba giungere ad una coscienza collettiva che possa combattere tutto questo.
A mio avviso ben scritto, non difficile e accessibile a tutti.

Condannare l’odio e la violenza non è abbastanza. Bisogna mostrare dove sarebbe stato possibile qualcosa di diverso, in che momento si sarebbe potuto decidere diversamente, in che frangente qualcuno sarebbe potuto intervenire, scendere dal treno. Descrivere con precisione il corso dell’odio e della violenza vuol dire indicare il punto in cui ci sarebbe stata la possibilità di interromperlo.

Mariagrazia Aiani

Carolin Emcke in ottobre ha vinto il «Premio della pace», assegnato dai librai tedeschi. Nel discorso di accettazione, pronunciato a Francoforte nella Paulskirche, ha chiesto di «agire» per difendere la libertà di tutti. In quei giorni veniva pubblicato in Germania Gegen den Hass (Contro l’odio): un viaggio nel razzismo e nel fanatismo «che cambiano la vita delle persone».

Le donne della notte – Marlon James #MarlonJames #recensione #schiavismo

Le donne della notte – Marlon James

  • Traduttore: P. D’Accardi
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Frassinelli

 

Ogni nero cammina in tondo. Prendetela così e fatene quel che vi pare. (…) Il nero si sveglia e trova il suo tondo già bello e fatto, a cominciare dall’anello di ferro che gli imprigiona il collo. Il tondo al bianco gli arriva per sua stessa scelta. Tanti potrebbero scegliere di andar dritto e uscirne, e invece tanti tornano da dove son partiti, altri da lì non se ne vanno mai. E se voi siete un nero intrappolato nella vita del bianco, anche voi percorrete quel tondo.

Marlon James è giamaicano e vive negli USA; la questione razziale è centrale nei suoi romanzi anche se sono molto diversi tra loro. Questo si svolge nella colonia inglese tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800, quando l’isola era praticamente una grande piantagione di canna da zucchero e lo sfruttamento degli schiavi negri avveniva con una ferocia che forse nessuno ha mai raccontato in modo così schietto prima. All’autore non interessa venire incontro al lettore, né addolcire la pillola in alcun modo: non risparmia i dettagli raccapriccianti delle torture inflitte e nemmeno la misura infinita della meschinità dei coloni inglesi. Nonostante questo, non l’ho trovato eccessivo o troppo crudo ma al contrario estremamente appassionante con una serie di personaggi memorabili.

«Due son le cose che dovete sapere se volete conoscerla. Lilith era appena nata che già le donne la guardavano tremando di paura per via di quegli occhi verdi che illuminavano la stanza, ma non come fa la luce del sole. Nessuno la voleva quella mocciosetta e il soprintendente Jack Wilkins ebbe a dare disposizioni speciali per mettere una negra a prendersi cura della piccola, perché se no uomini e donne sarebbero stati ben contenti di lasciarla nella selva e che la terra se la riprendesse. Un’altra cosa. Una bambina come Lilith non nasce con gli occhi verdi perché Dio ha deciso d’essere oltremodo gentile con una negra. Quel che è certo è che Lilith è l’unica a essere cresciuta in una capanna con una donna che chiamava madre e un uomo che chiamava padre, ma senza somigliare né all’una né all’altro.»

Silvia Chierici