Paola Barbato – Non ti faccio niente #PaolaBarbato

Era un uomo piacevole, alla prima occhiata, aveva la barba lunga con ancora più biondo che grigio, gli occhi buoni, la pelle tesa, colorita. Poi però tutti quelli che lo guardavano per più di un minuto iniziavano a sentirsi inquieti, senza una vera ragione.
“Lo sanno.” diceva Vincenzo “Mi fiutano.”

barbato

Non avevo letto ancora nulla di Paola Barbato, se non le storie scritte per Dylan Dog e un paio di mesi fa ho saputo che stava scrivendo un nuovo romanzo pubblicandolo a puntate, in tempo reale, su una piattaforma che non conoscevo: Wattpad.
Casualmente l’ho iniziato il giorno stesso in cui ha pubblicato l’ultimo capitolo e, se vi piacciono i thriller, non posso fare altro che consigliarvi di leggerlo, ma solo se non avete problemi a leggere di orchi perchè qui non viene risparmiato nessuno.
La Barbato è proprio brava, qualche refuso qua e là ma bisogna tenere conto che non c’è un lavoro di editor dietro, anzi, è possibile segnalare gli eventuali difetti.
I personaggi sono tutti caratterizzati in modo perfetto ed è impossibile non affezionarsi a molti di loro. E’ il classico libro che spiace finire, anche perchè la fine…!!!

Il riassunto dell’autrice:

1982. Un uomo misterioso rapisce dei bambini, li tiene con sé tre giorni, quindi li restituisce alla famiglia, illesi.
Trentadue bambini in sedici anni.
Poi scompare.
2015. I figli dei bambini, divenuti adulti, vengono a loro volta sequestrati e poi restituiti alle famiglie. Ma questa volta privi di vita.
Per cosa pagano?
Per mano di chi?
E perché?

Questo è il link dove troverete il libro: https://www.wattpad.com/story/83259020-non-ti-faccio-niente

Massimo Arena

Ginevra Lamberti – La questione più che altro #GinevraLamberti

laquestione

A incontrare Gaia ti scontri con la voglia che hai avuto, molto tempo fa, di rimandare il futuro quanto basta perché non ti scarabocchiasse l’idea che covavi in seno di una te che somigliasse a qualcosa di afferrabile proprio nella sua inconsistenza. A incontrare Gaia reimpari il panico come la copertina del tuo libro tutto da scrivere, pagine fitte di quel lessico solo a te familiare, solo a te ostile, solo a te. Raccontato come una favola, con mostri e tutto, fantasmi e tutto, animali, legno, bosco, genitori, nonni, abitudini e tutto. L’isolamento, il lavoro, la scoperta: crescere, insomma; crescersi addosso e addosso alla vita, quella resa tua dalle piccole cose, proprio tua, che nessun’altro, ti pare, la potrebbe indossare con tanta disinvolta, arrogante, noncuranza. E invece tutto è dettaglio, tutto è un po’ più di pelle che ti separa dal mondo, insegnandotelo, decifrandotelo. La città, la perdita, la bellezza: crescere e alzarla, la testa, che prima o dopo tocca a tutti, prima o dopo ti occorre, fino a scoprire che lo sguardo diritto puntato in faccia al caos trasforma il tuo caos in pura logica e in fondo al tunnel c’è il tesoro e lo stavi cercando e forse non si smette mai.

Rob Pulce M.

 DESCRIZIONE

Nella valle dove vive, la questione piú che altro è che Gaia si annoia di noia mortale. Nel suo presente immobile si affacciano nonno-di-giú, che racconta la sua storia di vedovo di successo in un programma tv del pomeriggio, nonna-di-su, che ha chiesto a santa Rita da Cascia di proteggerla, la madre, che ha divorziato per eccesso di traslochi e il padre, che ha tracce di polmoni nella nicotina e un’irrefrenabile voglia di ridere. Mancano diciannove giorni a Natale, ventiquattro a Capodanno, qualcosa di piú all’ultimo esame. Dato che Gaia si annoia e non ha abbastanza soldi per fare il giro del globo in orizzontale e tagliarlo in due, cosí magari si apre e dentro ci trova ciò che le manca, si trasferisce prima a Mestre e poi nella laguna piú bella del mondo. Solo che neanche lí c’è quello che cerca, il lavoro è sempre un “lavoretto”, il padre si ammala, i nonni invecchiano e Venezia non è che il fondale di cartone per i selfie dei turisti. Con un tono brillante e una lingua che richiama le favole e le filastrocche, nel suo romanzo di esordio Ginevra Lamberti racconta una generazione che cerca di inventarsi un futuro lontano (il piú possibile) dal presente e finisce per scoprirlo come il premio di una caccia al tesoro.