Graphic novel: Il racconto dell’ancella #graphicnovel #margaretatwood

Continuo nel mio viaggio tra graphic novel. Questo è stato pubblicato nel 2019 dalla casa editrice canadese McClelland & Stewart, ed è l’adattamento a fumetti del romanzo Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood, da cui è tratta la serie tv The Handmaid’s Tale. E’ illustrato (benissimo) dall’artista canadese Renee Nault, specializzata in acquerelli. Ha un tratto etereo che non dovrebbe essere adatto a una storia in fondo violenta e dolorosa, e invece è impressionante. Ho letto in una recensione che se si è d’accordo sul fatto che il fumetto inteso come arte sia una perfetta danza tra disegni e parole, non si può non ammirare quest’opera. Ovviamente prima o dopo si deve leggere il romanzo originale, secondo me, ma questo già davvero interpreta molto bene il pensiero originale.

Lorenza Inquisition

In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c’è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionali, fonda la sua legge brutale sull’intreccio tra sessualità e politica. Quello che l’ancella racconta sta in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.

Persepolis – Marjane Satrapi #Iran #Persepolis #MarjaneSatrapi

LEGGERE IL MONDO: IRAN

“One can forgive but one should never forget.”

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“In life you’ll meet a lot of jerks. If they hurt you, tell yourself that it’s because they’re stupid. That will help keep you from reacting to their cruelty. Because there is nothing worse than bitterness and vengeance… Always keep your dignity and be true to yourself.” – Advice to Marjane’s from her grandmother.

Per quanto riguarda l’Iran, avevo alcuni libri di poeti classici persiani da finire, ma geograficamente come area di appartenenza ognuno di loro può essere letto in modo interscambiabile per il Tajikistan, l’Uzbekistan, l’Afghanistan o l’Iran. Ma c’è una sola opera che appartiene assolutamente e in modo univoco all’Iran, e cioè Persepolis, di Marjane Satrapi, e quindi ho scelto questo. E’ un fumetto molto famoso, il film che ne hanno tratto forse anche di più; è l’autobiografia della protagonista che ha vissuto in Iran da bambina durante la Rivoluzione Islamica che ha visto il ritorno dell’Ayatollah Khomeini, e narra attraverso una serie di ricordi ed episodi -a volte dolorosissimi- la vita della popolazione sotto il regime.

La famiglia della Satrapi era agiata, intellettuale, liberale: la bambina cresce in mezzo a discussioni politiche, culturali, artistiche, ha libertà di ragionamento ed è intelligente, quindi osserva con crescente stupore e poi indignazione la graduale trasformazione della società in cui vive a causa dell’ortodossia religiosa, che influenza tutti gli aspetti della vita dei cittadini. Marjane cerca un senso, una spiegazione a quello che sta succedendo parlando con i genitori o con la nonna, creando nelle vignette un contrasto stridente tra il sano dialogo che avviene in famiglia e l’assurdità maniacale di alcune proibizioni imposte fuori da guardiani o maestri che parlano invasati dal fanatismo politico religioso.

Conversa anche con Dio, Marjane, quando si trova da sola nella propria stanza: per esempio quando è costretta a cambiare scuola, perchè vengono chiusi tutti gli istituti stranieri, e abolite le classi miste, o quando si chiede che senso abbia non poter più indossare i jeans, e se potrà mai andare ancora a una festa. O quando la madre, che l’ha educata secondo principi libertari e di moderato femminismo, la porta con sé in piazza per protestare insieme ad altre donne contro le restrizioni che il nuovo governo islamico cerca di imporre loro, solo per scoprire amaramente che i Pasdaran non sono meno feroci del vecchio esercito dello scià, quando si tratta di reprimere manifestanti inermi. O quando comincia a perdere amici e parenti che scappano all’estero dal regime per non tornare mai più, destino che qualche anno dopo toccherà anche a lei.

La Satrapi non è propriamente fumettista, prima di quest’opera era stata prevalentemente illustratrice di libri per bambini. I disegni che utilizza sono semplici ma sofisticati, le tavole in bianco e nero, ma riesce a veicolare molto bene le varie emozioni che attraversano l’anima della protagonista, e alcune illustrazioni sulla guerra e sul dolore per la morte di familiari o amici sono di grande impatto emotivo.

Persepolis racconta il volto spietato dell’integralismo islamico, il cui aspetto più crudele non è tanto quello religioso, in fondo, ma quello cinico di chi usa il fanatismo mistico come un’arma per avere potere, per sottomettere un popolo tramite la paura, la violenza, il terrore. E racconta anche le piccole ribellioni che chi vive oppresso da un regime sente di dover mettere in atto per non soccombere e impazzire del tutto, per esempio ascoltare gli Iron Maiden durante un bombardamento o leggere libri proibiti. Ed è anche la triste maturazione di una ragazzina che deve accettare come la patria per cui ha avuto sentimenti di amore e trasporto fin da piccola sia ormai diventata una terra popolata da oppressori in cui regna l’ignoranza, dove non c’è più posto per lei per crescere e diventare adulta, dalla quale vive tuttora in esilio.

molto molto consigliato.

Lorenza Inquisition

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