Pasolini – Davide Toffolo / Rizzoli Lizard #DavideToffolo

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Un’improbabile ma efficace e suggestiva intervista a Pasolini in cui il poeta riflette sui mali della società italiana ripercorrendo la propria vita, come lui solo avrebbe potuto fare.
Brillante graphic novel, il tratto di Toffolo ci fa vedere un Pasolini sofferente, tormentato, riesce a trasmettere quella solitudine e quell’amarezza che lo caratterizzarono.

Penso che sia un ottimo punto di partenza per chi vuole avvicinarsi all’opera pasoliniana senza esserne sopraffatto.

“Io sono completamente solo. E per di più nelle mani del primo che voglia colpirmi. La mia indipendenza che è la mia forza, implica la solitudine che è la mia debolezza.”

Owlina F.

DESCRIZIONE

Un colloquio immaginario tra due artisti che parte da un assunto fantastico: Pasolini è vivo, e ha delle cose da dire. Molte. Essenziali. Ma è davvero lui? O un fantasma, un attore, un mitomane? Quel che è certo è che la sua conversazione con Davide Toffolo vibra di quel senso, di quell’acutezza che ne hanno reso immortale lo spirito. Toffolo cerca Pasolini tra le pagine dei suoi libri, nei ritagli di stampa, nelle interviste e ne cattura l’essenza: la rabbia, l’inalienabile solitudine, la feroce irriducibilità del poeta sono tutte tra queste pagine, in quest’intenso ritratto della grazia pasoliniana a opera di uno degli artisti più anticonformisti del panorama italiano.

Marbles – Ellen Forney #ellenforney #graphicmemoir

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Volevo consigliare a tutti la lettura di questo libro! (Marbles, mania, depressione, Michelangelo e me/Ellen Forney). È un fumetto che parla di bipolarismo, alla scrittrice l’hanno diagnosticato anni fa. È bello come viene trattato il discorso e ti fa entrare in un mondo, una mente sconosciuta.

Molto belli i disegni e interessante l’argomento, soprattutto per chi non ne sa niente.

Valentina Bolognesi

Descrizione:

Ellen è una ragazza, una fumettista e un’artista. È solare, estroversa, esuberante. Ama quello che fa, ama stare tra la gente, ama il sesso e ama soprattutto essere se stessa. Pratica diversi sport, sollevamento pesi, nuoto, e fa lunghissime camminate – che le chiama “brucia-energia”. E sorride, sorride sempre. Ellen, però, è bipolare. E quando lo scopre, in un primo momento, non sembra capire cosa effettivamente questo significhi: crede di essere entrata in quel ristrettissimo – e fantomatico – circolo degli “artisti pazzoidi”. Ovvero: sei un vero arista perché sei pazzo. Perché sei depresso. Perché sei finito in terapia. All’inizio la prende così perché – molto semplicemente – non è se stessa. Sta vivendo un momento di estrema esuberanza. Una crisi. Solo dopo, dopo aver parlato con la sua analista, dopo essere scivolata in depressione, capisce: deve curarsi. Deve. E al primo pensiero – “niente psicofarmaci, essere bipolare è la mia maledizione/benedizione” – fa subito seguito il secondo, più profondo e convinto: “devo trovare un mio equilibrio”. Ma quant’è difficile?