Biografie: Tre abiti bianchi per Alessandra – Lucy Napoli Prario #GabrieleDAnnunzio

“…Per tutte le ragioni più sopra esposte mi vedo costretta a privarmi dell’onore di ospitare ulteriormente la signorina Vostra figlia ed è con vero rincrescimento che vengo a pregare l’Eccellenza Vostra Illustrissima di venire o mandare qualcuno a ritirarla, riconoscendo purtroppo che l’educazione collegiale è inadatta alla vivacità del suo temperamento. Voglia perdonarmi V. E. e credermi
Dev.ma
Suor Matilde de Boisjourdan

Ora il Presidente del Consiglio, marchese Antonio di Rudinì, è nel parlatorio di Trinità dei Monti in presenza della superiora e della figlia.
Per nulla intimidita Alessandra lo guarda sorridendo; finge di non accorgersi dell’impazienza e della collera che traspare dal suo sguardo.
Infatti il marchese non riesce a sorridere. L’uomo abituato ad affrontare con disinvoltura le situazioni più gravi si trova ora a disagio di fronte a una piccola mortificazione personale e familiare: sua figlia, scacciata dal collegio come una borghese qualsiasi! Egli soffre per questa umiliazione in tutte le fibre del suo aristocratico orgoglio”.

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Nel gennaio del 1932 moriva in convento in Francia la marchesa Alessandra di Rudini Carlotti, diventata da pochi anni suor Maria di Gesù.
Apparteneva a una ricchissima famiglia di origini sicilane, il padre era stato a lungo primo ministro.
I 3 abiti bianchi a cui fa riferimento il titolo, scandiscono la sua vita. Quello della prima comunione che da ragazzina ribelle la cambia interiormente e la fa avvicinare alla religione ma in maniera scettica e piena di dubbi. Alessandra cresce in una famiglia ricca, nobile per parte di madre e liberale. Respirerà aria di sufficienza e indipendenza, protetta anche dal prestigio e dall’autorevolezza del padre, che gestisce il latifondo e il potere politico con abilità e con successo.E’ anche una splendida ragazza. Oltre la prestanza fisica -a sedici anni misura 1,82 in altezza- è evidente in lei la intelligenza e la sicurezza di s
Il secondo abito bianco è quello del matrimonio che fu però infelice per via di una grave e repentina malattia del marito che la rese vedova a soli 24 anni, dandole 2 figli che moriranno adolescenti a causa della stessa malattia del padre.
Nel mezzo la marchesa ebbe una relazione con D’Annunzio, ovviamente turbolenta, un’avventura che inizia con un primo incontro, quasi casuale nel foyer di un teatro romano,  quindi con l’effettiva convivenza dopo un anno di corteggiamento – e durerà in tutto tre anni, trasgressivi, estrosi, ribelli. La personalità di Alessandra non è completa se è vista solo in ciò che ha di mondano. Alessandra è comunque anche una donna colta, una mente impegnata nell’apprendimento, nella ricerca, nell’approfondimento. Arriveranno i giorni nei quali si constata la fragilità delle nostre difese, saranno i giorni della malattia, del dolore, la donna deve sottoporsi a numerosi interventi chirurgici per problemi ginecologici.

Infine, stanca di una vita agitatissima, dopo un percorso preparatorio, indossa il terzo abito bianco e diventa carmelitana, e in seguito priora, realizzatrice di fondazioni prestigiose – tre monasteri – finchè anche per la sua salute i segni del logoramento e le sofferenze si faranno evidenti.
Muore poco più che 50enne, malatissima ma serena.
Il libro contiene un ampio carteggio intercorso fra lei e il Vate.
Credo di aver letto raramente libri che contenessero così tanti eventi negativi, specialmente riguardo alle salute.
Il modo in cui è scritto mi ha fatto sorridere. Melodrammatico e lirico.
Ps. Lei era un donnone di 182 cm e me la sono immaginata col D’Annunzio così mingherlino.

Raffaella G.

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Il piacere – Gabriele d’Annunzio

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Non é esattamente la prima lettura del 2016, poiché mi trascino questo libro dal 2015.
Con sommo gaudio annuncio che l’agonia é finita e ieri sera ho felicemente salutato lo Sperelli.
Qualche settimana fa qualcuno aveva postato la sua opinione sul libro e io ingenuamente avevo commentato “a me sta piacendo!”. Non ero ancora arrivata al riposo dello Sperelli a Schifanoja: un supplizio. Quella parte è stata un supplizio.
Quello che più mi é piaciuto di questo romanzo riguarda Roma: mi sembrava di essere lì, immaginavo ciò che leggevo, davvero molto bello il racconto sui palazzi, le strade.
Per il resto, é un classico della letteratura italiana e va letto, secondo me.
Magari accompagnato da un po’ di vino rosso bello forte per stordire i sensi e provare un po’ di piacere……
Inserito nella categoria della disfida: “un libro di un autore verso il quale hai pregiudizi” (a ragione, aggiungo io).

DESCRIZIONE

Il piacere è un romanzo di Gabriele D’Annunzio, scritto nel 1889 a Francavilla al Mare e pubblicato l’anno seguente dai Fratelli Treves. A partire dal 1895 recherà il sopratitolo I romanzi della Rosa, formando un ciclo narrativo con L’innocente e Il trionfo della morte, trilogia dannunziana di fine Ottocento.

Così come un secolo prima Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo aveva diffuso in Italia la corrente e la sensibilità romantica, Il piacere e il suo protagonista Andrea Sperelli introducono nella cultura italiana di fine Ottocento la tendenza decadente e l’estetismo.

Come affermò Benedetto Croce, con d’Annunzio «risuonò nella letteratura italiana una nota, fino ad allora estranea, sensualistica, ferina, decadente», in contrapposizione al naturalismo e al positivismo che in quegli anni sembravano aver ormai conquistato la letteratura italiana (basti pensare che nello stesso anno viene pubblicato un capolavoro del Verismo come il Mastro-don Gesualdo di Giovanni Verga). D’Annunzio inaugura un nuovo tipo di prosa psicologica e introspettiva, destinata ad avere un grande successo e che gli consentirà di indagare gli errori e le contrarietà della vita dell’«ultimo discendente d’una razza intellettuale»

Andrea Sperelli è un nobile romano (nato però in Abruzzo) che risiede a Palazzo Zuccari a Roma. Il suo amore per Elena Muti, anch’essa nobile, conosciuta ad una festa mondana, è ormai finito, così Andrea, dopo la definitiva separazione da lei, si lascia andare ad incontri amorosi. Ferito durante un duello, Andrea viene ospitato dalla sua cugina nella villa di Schifanoja, dove conosce la ricca Maria Ferres, moglie del ministro plenipotenziario di Guatemala, di cui subito s’innamora e dalla quale viene ricambiato. Andrea, appena guarisce, torna a Roma e si rituffa nella sua solita vita mondana. Anche Donna Elena è tornata a Roma dopo due anni, durante i quali aveva preso in seconde nozze Lord Heathfield. Andrea è combattuto da due amori: Elena Heathfield e Maria Ferres, anche lei trasferitasi a Roma con il marito e la figlia Delfina. Presto Andrea viene a sapere di una crisi finanziaria del marito di Maria che, avendo perso un’ingente somma di denaro ad una partita a carte, è costretto a trasferirsi con tutta la famiglia. Prima di partire, Donna Maria vuole concedersi per l’ultima notte ad Andrea, ma lui, essendo troppo innamorato di Elena, rovina tutto ciò che lui stesso aveva creato. Ad Andrea non resta che la solitudine e la consapevolezza di stare osservando un’epoca storica che cambia: ossia, il passaggio del potere della nobiltà di Roma alla democrazia popolare.