Scritto sul corpo – Jeanette Winterson #Winterson #corpo #amore

Scritto sul corpo -Jeanette Winterson

Traduttore: G. Marrone
Editore: Mondadori
Collana: Oscar 451
Descrizione
Alla base di “Scritto sul corpo” c’è una specie di gioco che Jeanette Winterson propone ai lettori, tanto più sorprendente e coinvolgente in quanto applicato a un romanzo d’amore che possiede il ritmo febbrile e coinvolgente di ogni vera passione: mentre di tutti gli altri personaggi sappiamo se si tratta di un uomo o di una donna, l’autrice non ci lascia mai capire a quale sesso appartenga l’io narrante, la voce e il punto di vista attraverso i quali vengono filtrate tutte le vicende e tutte le figure della storia narrata. Di questa passione d’amore bruciante, poetica, profondamente incisa nei sensi e nella mente conosciamo l’oggetto – Louise, una bellissima donna sposata dai capelli color rosso Tiziano – ma non il soggetto, se non tramite rari indizi sparsi qua e là, troppo incerti per ricavarne una conferma definitiva. Attraverso una scrittura appassionata, ironica, scandita con ritmi inusuali, il lettore si troverà così a esplorare emozioni e sentimenti con un’ottica e con una partecipazione diverse, in un lungo e lento viaggio.

Una scrittrice pazzesca che non conoscevo, che per alcuni giorni, ma l’effetto sarà prolungato, mi ha stravolto cuore, anima e cervello, per i tanti elementi che è riuscita a toccare, troppi, difficilissimo da commentare e da chiudere.

“Perché è la perdita la misura dell’amore?”

Inciso sul corpo, sulle ossa, sulla muscolatura, su tutti gli organi interni, sul cuore, nelle vene, mi ha marchiata a fuoco.
Distruggere i cliché amorosi.

“«Ti passerà…» sono i cliché che creano problemi. Perdere qualcuno che ami significa la vita che cambia per sempre. Non ci si passa sopra, perché si tratta della persona che abbiamo amato. Il dolore finisce, ci saranno altre persone, ma il vuoto non viene mai colmato. Come potrebbe? L’unicità di qualcuno che è stato così importante che lo rimpiangiamo non viene annullata dalla morte. Il buco che ho nel cuore ha la tua forma, e nessun altro può colmarlo del tutto. Perché dovrei desiderare che lo faccia?”

Scuotere pensieri, ricordi, emozioni, per chiunque abbia vissuto storie d’amore, innamoramento, delusioni, perdite, adulterio, disillusioni, estasi, passione ed erotismo. I sensi, tutti i sensi allertati, per un coinvolgimento totale.
L’io narrante senza genere, chiunque può riconoscersi, nell’amore universalmente noto. La particolarità che ha reso famoso questo libro è l’abilità della scrittrice di rendere il narratore sessualmente ambiguo, non si intende mai fino alla fine se a raccontare sia donna o uomo, un messaggio bello e importante in un mondo che tende a mettere sempre l’accento sulla cosiddetta “sensibilità femminile”. Ma davvero non esiste differenza tra uomo e donna quando si tratta di amore: tutti sbagliamo, tutti rischiamo di essere vittime o carnefici, dominanti o dominati, sensibili, distaccati, egoisti, ciechi di passione.

“E mi sorprende che insieme al dolore e alla confusione giunga la folgore del riconoscimento. Ne valeva la pena. L’amore ne vale la pena.”

PS. sconsigliato a chi sta vivendo, per qualsiasi motivo la fine di un amore grande, pericolo di disidratarsi altissimo.

Elena Fatichi

PS. Marco Dalla Valle: Di Janette Winterson consiglio “Perché essere felice quando puoi essere normale“. E’ la sua autobiografia e nella scrittura trovo che abbia veramente superato se stessa.

 

Fato e furia – Lauren Groff #LaurenGroff

FATO E FURIA – Lauren Groff
ed. orig. 2015, trad. dall’inglese di Tommaso Pincio
Bompiani, Milano 2016

“Avrebbe potuto morire di felicità in quel preciso istante. Immaginò il mare gonfiarsi per risucchiarli, scarnificarli con la sua lingua e rivoltare le loro ossa in un abisso di molari corallini. Se lei era al suo fianco, pensò, se ne sarebbe andato cantando.”

Sono incappata in questo romanzo grazie a Beatrice e Massimo, meravigliosi librai e ancor più meravigliosi lettori.
Sarebbe stato più che sufficiente, ma in più, ad attrarmi, c’era il titolo:
il fato. La furia.
Due cose a cui, in modo parziale e involontario, credo.
Un romanzo potente che, attraverso la storia delle vite – del tutto fuori dall’ordinario, va detto – di Lotto e Mathilde ci parla del matrimonio, è indubbio, ma anche della relatività della realtà (la nostra, quella degli altri), di chi pensiamo di essere e di quanto siamo persone diverse agli occhi di chi c’è accanto.
Non scriverò nulla della trama, il rischio spoiler è troppo alto. Solo una cosa: avrei voluto (vorrei) il privilegio di essere amata come Mathilde ama Lotto.
Vi dirò, però, che è scritto molto bene, ma senza tracce di autocompiacimento, che vi imbatterete in personaggi, anche secondari, vividi e “sezionati” come pochi, che è avvincente e intenso, e che la seconda parte vi lascerà ammaliati, ma non potrebbe avere questo effetto stupefacente senza la prima.

– l’ho terminato da giorni ma ne scrivo solo adesso perché mi ha lasciato un segno profondo il pensare che non esiste la realtà, ma solo la nostra percezione di essa, sulla base di quel che sappiamo e conosciamo di qualcuno o qualcosa e del nostro relazionarci soggettivo con persone e situazioni.
E che la verità esiste, ma non ci è dato di conoscerla.

Loretta Briscione