M*A*S*H – Richard Hooker #MASH #SerieTV

Titolo: M*A*S*H*
Autore: Richard Hooker
Traduttore: Marco Rossari
Anno di pubblicazione: 1968 (2017 attuale edizione SUR)
Editore: SUR Collana: BIGSUR
Tutto quello stress in molti di loro dava luogo a un comportamento che, almeno a uno sguardo superficiale, poteva sembrare in contrasto con gli schemi comportamentali della precedente vita borghese. Qualcuno sbarellò del tutto, ma la maggior parte si limitò a combinare dei gran casini, in ogni modo possibile e immaginabile. Questa è la storia di qualcuno di quei casini. È anche la storia di una parte del loro lavoro.
M*A*S*H (titolo originale MASH, A Novel About Three Army Doctors) è un romanzo scritto nel 1968 da Richard Hooker, pseudonimo di H. Richard Hornberger e Wilfred Charles Heinz, ambientato in un ospedale da campo americano durante la guerra di Corea (1950-1953) (l’acronimo MASH sta per Mobile Army Surgical Hospital).
Richard Hornberger cercò per diversi anni un editore disposto a pubblicare i suoi ricordi della guerra, finchè un famoso giornalista sportivo, W.C.Heinz, accettò di revisionare il suo scritto. Il libro fu quindi pubblicato e divenne un successo, tanto da interessare Hollywood, che nel 1970 ne produsse un film diretto da Robert Altman, Oscar come migliore sceneggiatura non originale e Palma d’Oro a Cannes nel 1970. Due anni dopo fu lanciata quella che è una delle serie più amate e di successo della televisione, il cui finale detiene tutt’oggi il record imbattuto di episodio conclusivo più visto nella storia della TV americana.
MASH racconta le avventure di tre giovani medici militari, Occhio di Falco Pierce, Duca Forrest e Trappolone John, i quali prestano servizio in una scalcagnata tendopoli che costituisce un centro ospedaliero chirurgico dell’esercito americano vicino al fronte della guerra di Corea. Sono tre chirurghi eccellenti, che operano in condizioni precarie in turni di lavoro massacranti nel momento in cui è in corso una battaglia; e nei momenti di stasi si dedicano con convinzione al fancazzismo sfrenato e a una variegata serie di pazzie da ubriaconi, nell’intento dichiarato di mantenere una certa sanità di mente di fronte alla follia di quello che vedono ogni giorno nelle sale operatorie. Queste tendenze goliardiche extracurriculari li pongono in conflitto con gli esponenti più rigidi della gerarchia militare; ma sono medici davvero bravi, e i loro responsabili preferiscono comunque mantenere un’unità chirugica eccellente anche se composta da cazzoni frustranti e indisciplinati.
Il libro e gli adattamenti televisivi uscirono negli anni Settanta, dieci anni dopo la guerra di Corea, di cui parlano; ma mentre il pubblico si affezionava ai personaggi di MASH, un’altra guerra americana si portava via giovani oltreoceano in Asia, generando l’identificazione verso i protagonisti e altissimi livelli di empatia.
Il romanzo è essenzialmente una commedia, che non disdegna momenti seri, i personaggi sono credibili e umani, è impossibile non affezionarsi, o dimenticare che, pur se romanzate, queste sono storie di medici che hanno davvero combattuto contro orrori fin troppo reali.
Letterariamente non è un granchè, Hornberger sarà stato un bravo chirurgo ma come scrittore lascia proprio a desiderare. Il libro è strutturato a episodi, nasce già come un telefilm, i vari capitoli si susseguono narrando le imprese goliardiche e a volte mediche dei protagonisti tra frustrazione, adrenalina, fancazzismo, depressione, noia, caldo, freddo, esaltazione, bevute a oltranza e grande inventività nelle burle.
Niente a che vedere con gli illustri predecessoridi culto Comma 22 e Mattatoio nr. 5, è un libro da approcciare se si vuole un po’ di leggerezza, o se si ha un momento di nostalgia per gli anni ’70, ma è oggettivamente un lavoro che non sarebbe mai stato ricordato se non avesse dato vita a quei superiori momenti artistici nonchè iconici che sono la serie televisiva e il film di Altman. Che insomma, comunque mica è poco, per carità.
“- Radar: Aerei!
– Hawkeye: Quanti sono?
– Radar: Troppi!
– Trapper: Abbiamo avuto abbastanza perdite in due giorni.
– Radar: Io lo farei presente al nemico, signore.”
Lorenza Inquisition
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Comma 22 – Joseph Heller #comma22 #JosephHeller #recensione

Voi siete ufficiali americani. Gli ufficiali di nessun altro esercito al mondo possono dire la stessa cosa. Rifletteteci.

Comma 22 – Joseph Heller

Traduttore:R. Ceserani
Editore:Bompiani
Comma 22 è un libro del 1961, che ha venduto più di dieci milioni di copie dalla sua uscita, assurto nella classifica dei libri più significativi del Novecento, riconosciuto nel tempo come un capolavoro della letteratura satirica antimilitarista e uno dei punti di partenza di quella postmoderna.
Il protagonista è l’antieroico bombardiere americano Yossarian; come tutti i soldati in guerra ha paura, non vuole morire, non gli importa della patria, della liberazione dai nazisti, della democrazia. Yossarian vuole solo tornare a casa, e passa le giornate a inventarsi modi per evitare di volare e marcare visita in infermeria, ossessionato dal fatto che migliaia di soldati e di persone sconosciute della contraerea e dell’esercito nemici, a cui lui personalmente non ha fatto nulla, tentino continuamente di porre fine ai suoi giorni.
Il romanzo è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale su un’immaginaria isola del Mediterraneo dove la compagnia di Yossarian è di stanza, un bordello immane popolato da soldati doppiogiochisti, arrivisti di ogni categoria, colonnelli maniaci delle parate militari e dell’avanzamento di carriera, cappellani con crisi di coscienza, prostitute romane, esperti trafficoni del contrabbando, malati immaginari e militi morti. Ogni cosa ha un senso e allo stesso tempo è folle; tutto sembra essere terribilmente insensato ma viene supinamente accettato; a ogni problema corrisponde una risposta dello statuto militare, una postilla che nessuno ha mai letto e che però nessuno contesta, perchè non si può, è così, e basta.
Poi c’era l’istruito texano del Texas che sembrava dipinto in Technicolor e che, patriotticamente, riteneva che le persone con i soldi – la gente perbene – dovessero disporre di più voti rispetto a vagabondi, puttane, delinquenti, degenerati, atei e gente poco perbene – le persone senza soldi.
Comma 22 è un libro da leggere per tanti motivi, innanzitutto per la sua storia e la sua portata storica; ha uno stile particolare ma tutto sommato accattivante, personaggi sempre sopra le righe, linguaggio brillante, situazioni comiche (ma il tema è quello della guerra, e quindi non sempre fa ridere), grottesche, surreali, inverosimili. Adotta un approccio molto raro per l’argomento trattato, l’ironia che lentamente evolve in orrore. Non è difficile immaginare che un romanzo di cui abbiamo recentemente parlato qui nel gruppo, quel M.A.S.H. che dissacrava la guerra in Corea, abbia attinto a piene mani da questo suo predecessore.
Comma 22 è un libro che fa obiettivamente ridere, ma non è un libro comico: alle battute fulminanti e ironiche si alternano momenti di grande empatia sull’orrore di morire in guerra, lontano da casa, sulla paranoia di essere soli in una terra straniera di cui nulla si sa e dove si potrebbero trascorrere, inascoltati, i propri ultimi momenti, sul terrore di non poter far nulla per cambiare il proprio destino deciso da ordini di un colonnello che muove i propri uomini come pedine.
A tale magnificenza storico letteraria, purtroppo, non corrisponde pienamente, secondo me, la declinazione reale del libro, che è troppo lungo in alcune parti, e davvero prolisso in altre. Per scelta stilistica non esiste una trama lineare, le situazioni si avvicendano e si accavallano in modo surreale, ricorrente, insensato, per meglio rendere il senso dell’inutilità della macchina della guerra: ma alla lunga il meccanismo diventa ripetitivo, e un poco datato.
Al di là delle difficoltà di lettura, comunque, è un grande classico, che ha avuto un impatto enorme sulla società e sulla letteratura non solo americane, il paradosso del Comma 22 è divenuto parte del linguaggio comune per indicare l’assurdo circolo vizioso di certa burocrazia -non solo militare- , ed è un romanzo che ha conquistato generazioni di studenti, professori, giornalisti, e infine persone comuni, finalmente scettici nei confronti dell’establishment militare del dopoguerra. Negli anni in cui usciva il romanzo, ragazzi americani ricominciavano a morire per la Patria in un Paese che non sapevano neanche precisamente dove fosse, un Vietnam bombardato giorno e notte con il napalm. Milioni di persone, non solo universitari, scendono in piazza, si invoca la pace, si contesta il conflitto e -di conseguenza – il potere costituito. Sotterraneo dal libro avanza un nome, scivola di bocca in bocca, arriva sulle magliette psichedeliche, sugli striscioni con gli arcobaleni, si alza in cielo prepotentemente. “Yossarian vive”.
“Je suis Yossarian” scriveremmo oggi sui nostri stati social.
Un libro così, adesso sarà forse un po’ accantonato, ma non deve morire.
Lorenza Inquisition