Mercoledì delle ceneri – Ethan Hawke #HottestState #EthanHawke #MinimumFax

(Ed. Minimum Fax, pp.268, trad. di M. Testa, 2003)

L’amore giovane, caciarone, complesso, intricato, chiassoso, sgangherato, strapieno di tormenti, di dubbi, di risate e di pianti e di urla, di anelli e di promesse che a volte si mantengono e altre, spesso, no.

L’amore di cui si ha bisogno ma dopo pochi giorni ci si ripensa e ci si va a sbronzare e si molla, e dopo qualche settimana ci si ripensa ancora, ho fatto una cazzata a lasciarla, l’amore che non mi serve e invece no, mi serve, ho bisogno di amare e di essere amato, non ne sono degno ma ci voglio provare lo stesso perché, in fondo, niente nella vita conta più di questo. L’amore di lui. E quello di lei, sei immaturo, sei un bambino, sei irrisolto, io lo vedo e te lo dico, ma comunque so che mi ami, a modo tuo, e quel modo mi basta. Oppure no, non lo so, lo vedremo domani, oggi è così.

“Probabilmente è l’unica cosa che valga la pena di fare nella vita, ma questo non vuol dire che sia una passeggiata”

Alla fine è una storia di due ragazzi che camminano, ed ogni passo che fanno non è mai certo, non sono mai sicuri che un solo passo sia giusto, sempre sul filo, sempre a chiedersi se ho fatto bene oppure no, in un eterno balletto tra delusione e speranza, tra pessimismo e gioia. La vita è questa qua, del resto. Come l’amore, procede a strappi, a volte uno procede spedito e l’altro arranca e poi ci si scambiano i ruoli, una rincorsa e una corsa eterna, tra banalità e grandi riflessioni, tra infantile e maturo, con un traguardo finale che non si conosce e probabilmente non si conoscerà mai. La vita, tutta una ricerca di se stessi e della persona in grado di arrivare al centro di noi, e invece, probabilmente, non ci arriverà mai nessuno.

“C’è un ponte in fondo al mio cuore dove mi sento in comunicazione con tutte le cose, non solo gli alberi, l’erba, i cani, ma anche i palazzi, i sassi e i marciapiedi. È un posto dove regna un silenzio mortale, e credo di non averci mai fatto entrare nessuno, anzi, probabilmente anche volendo non ne sarei capace; un posto che è sobrio quando il mio corpo barcolla, una coscienza alternativa che è immobile come un’antenna sintonizzata su qualche parte della galassia. Era questa parte di me che volevo portare al nostro matrimonio, un punto centrale di equilibrio da cui far partire i miei giuramenti. Immaginavo che quell’antenna segreta mi mettesse in contatto con l’eternità, qualunque cosa sia, e che fosse la parte di me che soltanto Christy percepiva e amava. Era la stessa parte senza tempo in lei che volevo sposare. Ma nell’oscurità di quella stanza di motel mi resi conto che, sposato o no, nessuno avrebbe mai potuto conoscermi del tutto: la parte più vera di me sarebbe rimasta isolata e sola.”

Un attore che scrive bene, bella cosa.

Carlo Mars

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Sempre pronti – Vera Brosgol #graphicnovel #Baopublishing #VeraBrosgol

Sempre pronti (Always ready) è un graphic novel tenero e divertente, che racconta in forma romanzata l’estate trascorsa dall’autrice Vera Brosgol, allora ragazzina decenne, in un campeggio estivo di stampo boy-scout sovietico. La fumettista, di origini russe, viveva in America con la madre single e i due fratellini minori; i soldi non erano molti, ed era piuttosto difficile per lei integrarsi con le sue compagne di classe, che avevano maggiori disponibilità finanziarie, ed erano un poco snob come molte ragazzine americane (e non) sanno essere. Dopo l’ennesimo tentativo andato a vuoto di fare amicizia, Vera supplica quindi la madre di mandarla in un campeggio, come fanno d’altronde tutte le sue compagne di classe ogni estate, divise allegramente tra campi estivi a tema tennis o di arte, di recitazione o di ginnastica. Ma l’unico campeggio che la famiglia si può permettere, peraltro sovvenzionato in parte della parrocchia, è un campo boy scout per immigrati russi: Vera non lo sa ancora, ma non è un campo precisamente divertente.

Quindi, tra ragazzine più grandi non proprio bulle ma piuttosto sgradevoli, latrine che ricordano Calcutta (o il mai dimenticato cessetto di Trainspotting), inni e conversazione in russo in aggiunta alle consuete amenità di un campeggio nei boschi (insetti, sanguisughe, insetti, cibo malloppone, insetti, polvere, insetti e bestioline di vario genere) Vera avrò il suo bel da fare a non scoraggiarsi. Ma gli amici, si sa, a volte spuntano anche in mezzo a posti impensabili.

E’ un libro veramente ben disegnato, lei ha un tratto davvero felice secondo me; un po’ triste e un po’ allegro, e direi anche abbastanza realista. Consigliato a ragazzini, ragazzine e genitori vari.

Lorenza Inquisition