Donna Tartt – Dio di illusioni – (A.K.A. “The secret history”) #DonnaTartt

diodi
Disappointing. Purtroppo l’ho inserito tra i libri da leggere per suggerimento di un’altra pagina web di consigli di lettura, prima di conoscere voi. Sembra un romanzo adolescenziale, ma è scritto con uno stile pedantemente aulico, faticoso, irritante. Presuntuoso a volte (frasi in greco antico senza traduzione, perché?!?!). A pagina uno il protagonista ammette l‘omicidio del suo amico. A metà libro lo ammazzano davvero. Il resto della storia è una grande sega mentale, fino all’arrivo delle ultime trenta pagine in cui si srotola la parte più sorprendente (e sembra quasi che lo stile diventi meno Azzecca-garbugliano), con finale a sorpresa rapidissimo, perché sì. E basta. Senza ulteriori spiegazioni o dilungamenti. In conclusione, non l’avrei mai consigliato prima di leggere la svolta finale. Adesso mi limiterei al massimo a suggerirvi di prenderlo in biblioteca, prima di pensare di comprarlo definitivamente. Comunque un libro da leggere senza fretta.

martta loves

DESCRIZIONE

Un piccolo raffinato college nel Vermont. Cinque ragazzi ricchi e viziati e il loro insegnante di greco antico, un esteta che esercita sugli allievi una forte seduzione spirituale. A loro si aggiunge un giovane piccolo borghese squattrinato. In pigri weekend consumati tra gli stordimenti di alcol, droga e sottili giochi d’amore, torna a galla il ricordo di un crimine di inaudita violenza, per nascondere il quale è ora necessario commeterne un altro ancora più spietato.

La storia è un susseguirsi di rivelazioni; il dio del titolo (riadattato in italiano, in originale infatti il libro si chiama The secret history) è il dio greco Dioniso “Maestro d’illusione”, colui che “rende capaci i suoi devoti di vedere il mondo come non è”.
Come dice il protagonista di sè stesso, lui è sempre e solo stato “un turista ammirato di quel mondo”, mentre Julian e gli altri ragazzi, soprattutto Henry, ne erano invece degli “abitatori permanenti”.

nostra altra recensione: https://cinquantalibri.com/2015/04/21/dio-di-illusioni-donna-tartt/

Il cardellino – Donna Tartt #donnatartt #ilcardellino

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Avevo promesso, per cui lo faccio. Ma non so se sarete contenti. Questo è un romanzo ben scritto, purtroppo non sono in grado di leggerlo in lingua originale, ma la traduzione italiana è intensa, coinvolgente e perciò la credo rispettosa dell’originale. Tratta (1) di un ragazzino di tredici anni, Theodore Deker, madre amatissima separata da un padre inaffidabile, il quale sa di non essere all’altezza, alcolizzato, drogato, che sparisce senza dir nulla. Mamma e figlio (discolo, in pericolo di sospensione a scuola) devono andare a incontrare il preside. Sono in anticipo e sotto un temporale, per cui entrano al museo e si separano. Lui segue una ragazzina dai capelli rossi che lo ha colpito, e capita nella sala in cui è esposto il quadro del Cardellino, dipinto, nel 1654, da Fabritius (nel testo Fabricius) Carel pittore olandese allievo di Rembrandt. Un attentato bomba provoca molti morti. In quella sala lui si trova vicino a un anziano signore, morente, che gli da un anello, un nome, “Hobie”, e gli fa segno di prendere il piccolo quadro. Lui nasconde il quadro nella sua sacca, si mette in tasca l’anello e parte alla ricerca di sua madre. Da qui il romanzo si snoda tra le sciocchezze, pericolose, che combina da solo e con un ragazzo russo, Yuri. Il racconto di un ragazzo indifeso diventa una sorta di esame della vita media di un ragazzo americano, tra droghe, furti, traffici illeciti, bugie, ex compani morti, giochi di sentimenti appagati e inappagati, finché si trasforma (2) nel romanzo giallo di un quadro sparito, dato in pegno a garanzia di pagamenti tra bande di delinquenti internazionali (essendo americana, l’autrice tira in ballo i russi, per fortuna non ci sono sudamericani). Alla fine (3), da vittima designata dei banditi, il figliolo viene salvato dall’unica, geniale, mossa che si poteva fare: restituire il quadro ! banditi beffati, vita ritrovata, lavoro di esperto d’arte assicurato e io mi sento preso in giro per centinaia di pagine. Poteva essere un capolavoro, è solo un romanzo giallo. Ben scritto.
Riccardo Garavaglia. (opinione strettamente personale, ovvio)
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Riccardo Garavaglia