Una “parabola Verdone-Morandi-Black Mirror” dice l’introduzione alla storia di Fabio Galli, conduttore televisivo degli anni 90, la cui vita di successi ed eccessi è improvvisamente agitata da alcuni scandali. Lasciato dalla famiglia, senza veri amici, compie vendette puerili, cerca riscatto con un film e fabbrica un caso giornalistico. Intanto, un bambino che lo imita e lo idolatra, provoca un incidente. Ironico, sarcastico e spietato, ricco di trovate comiche, con un protagonista bugiardo ed egoista, “La decima carta” è una farsa sul mondo dello spettacolo con le sue distorsioni e illusioni.
Siamo nel 1992 e La decima carta è il titolo di uno dei programmi di punta, un quiz, della televisione italiana. Fabio Galli, il conduttore, è un idolo del pubblico e, seppur in epoca pre social, ha tanti fans che lo fermano ovunque e a cui dedica, svogliatamente, poca attenzione. In realtà dedica poca attenzione a chiunque, moglie, figlio e amante compresi, attento esclusivamente a se stesso e alle proprie voglie, alcool, droghe, sesso e puerili vendette nei confronti di chi può offuscare la sua luce. Ha raramente momenti di rivelazione sull’inutilità della sua vita, ma passano in fretta. Finchè non arriva l’inevitabile inciampo che lo scaraventa nel fango e che potrebbe essere la sua salvezza. Parallelamente, Matteo un giovanissimo fan di Galli cerca di seguire le sue orme e, soprattutto, di incontrarlo.
Fabio Galli è un personaggio inventato ma la sua storia è abbastanza verosimile, come assolutamente reale è il contesto storico in cui si svolge. Piacevole la scrittura e interessante lo svolgimento, anche se inevitabilmente ci sono dei richiami, reali, letterari e cinematografici. Il mio primo incontro con una giovane casa editrice indipendente che avrà sicuramente un seguito.