Mi ha fatta felice perché è meraviglioso, un piccolo diamante, una scoperta fortunata. Mi ha fatta felice perché mai come ora sento il bisogno di ritrovare, ovunque, l’umanità delle cose, anche quelle più sacre; la fiducia nelle persone, in quell’essere carne e ossa che è il senso, l’unico, prima del pregiudizio, delle piramidi sociali, dei dogmi, fondamento di quella democrazia del sentire che ho bisogno di sentire meno morta, meno fragile, meno ubriaca.
Questo romanzo mi ha resa felice perché posa uno sguardo coraggioso e mite sulla speranza della rivoluzione. Parla di Gesù Cristo, del bambino che scopre di non saper volare, delle sue fragilità di uomo: Jeshua, condannato a morte, si racconta e trema e scommette con se stesso, su se stesso, una scommessa straordinaria; non offre soluzioni, ma alternative; ascolta il silenzio e chiede che, con coraggio, si scelga di fare altrettanto; dubita; impara il coraggio dalle mani, dagli odori, nelle lungimiranze. Pilato è Roma, la razionalità, la rozzezza. Pilato ama, però. Ama la sua Claudia e l’amore lo consacra a stravolgimenti e fiducia. Pilato è la legge e il suo contrario, il potere e l’assenza di coraggio, il compromesso e la storia che ne deriva, la scoperta di una coscienza con cui fare i conti. Pilato è un essere umano e a ricordargliene il significato è ciò che tenta con tutte le forze di rifiutare: il disordine, la poesia, la vigliaccheria, il caos, l’eccesso di Gerusalemme.
“Hai ragione, Pilato, ad avere tanta paura. L’amore significherebbe la distruzione del tuo mondo: il regno dell’amore non lo vedrai sorgere se non sulle ceneri del tuo impero.”
È una storia di intelligenze e crisi e filosofia e fede e coscienza. È una storia che emette i rumori dei corpi. È una storia di dolore e cure, atrocità e sollievi. È una storia bellissima, un poliziesco d’altri tempi, un’indagine al di sopra di ogni sospetto, un sospetto.
Un piccolo capolavoro.
«Il cristianesimo è fondato su un duplice sacrificio, il sacrificio di Giuda e il sacrificio di Gesù.»
Rob Pulce Molteni
DESCRIZIONE
Il Vangelo secondo Pilato è il secondo romanzo dello scrittore e drammaturgo francese Éric-Emmanuel Schmitt pubblicato nel 2000. Un adattamento teatrale è apparso in Francia sotto il titolo Mes évangiles (I miei Vangeli).
Il romanzo narra gli ultimi giorni della vita di Gesù e le settimane immediatamente successive alla sua crocifissione attraverso due punti di vista successivi: Gesù stesso (con il nome Jeshua) e il Prefetto romano Ponzio Pilato.
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