Einaudi, ET Scrittori
Traduzione di Raul Montanari
Se avessi dovuto scrivere un commento su questo libro prima di arrivare ad un certo capitolo (che per me è stato illuminante), probabilmente avrei scritto che questo non è il Roth che io conosco e che mi piace.
Troppo confuso, frammentato, slegato.
Alla fine invece, sento di poter dire che questo è un esperimento letterario che arriva proprio là dove voleva arrivare, ovvero a sottolineare quanto labile sia il confine tra realtà e finzione.
E quanto tutte le vite possano essere “rubate” per farne letteratura…
Abbiamo 166 pagine di soli dialoghi…e all’inizio tu non sai chi è che parla, né con chi, né perché, né dove, come, quando…
Poi realizzi di essere al cospetto di due amanti adulterini, due personaggi in pieno “stile Roth”: lui professore/scrittore cinquantenne, americano ed ebreo (ma va???), lei inglese, trentenne, donna spigliata e intelligente, ma decisamente irrisolta.
Sembra di essere fra loro appena prima o subito dopo l’amplesso, quando la tensione è rallentata e loro necessitano di nutrirsi delle loro rispettive parole, delle loro storie.
Ma ad un certo punto ti perdi…
Entrano in scena donne ceche, polacche, amici profughi, mogli che scappano con uomini di colore, e sei tentato di lasciar perdere, di buttare il libro dalla finestra e non pensarci più…ma non lo fai.
Arriva quindi il capitolo in cui entra in scena la moglie dello scrittore che farà da snodo a tutto e questo ti porterà a dover ammettere che lui è proprio un geniaccio bastardo che destreggia realtà e immaginazione a suo piacimento per farci capire quanto tutto possa essere maledettamente vero e maledettamente falso allo stesso tempo, sulla carta, nei libri…ma anche nella vita.
“Io non vivevo con te solo durante quelle poche ore, avevo tutta una vita da vivere con te quando scrivevo. Avevo questa vita immaginaria e la vivevo con te mentre tu non c’eri. Tutto questo era così intenso.”
Non è il Roth che prediligo (finora “Indignazione” regna indisturbato sul podio)…troppo autocelebrativo, troppo per “affezionati”…ecco, se questo libricino capitasse in mani vergini al “Roth pensiero” probabilmente non riuscirebbe a dire tutto quel che ha da dire e genererebbe solo una gran confusione.
Quindi bene, ma per me non benissimo!
Antonella Russi
Ciao! Non ho ancora letto nulla di Roth e vorrei rimediare presto: oltre a Indignazione quali sono gli altri libri sul podio? Grazie 🙂
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Ciao! ovviamente il suo più famoso è Pastorale Americana, ed effettivamente si deve leggere. Però vuoi perchè l’ho letto tardi pure io e avevo alte aspettative o che ne so, alla fine mi è piaciuto molto di più Everyman, che ti consiglio.
Lorenza
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