Romanzo di Christopher Isherwood del ’64 che descrive la vita solitaria di George, professore inglese trasferitosi in California, gay e rimasto solo, dopo la morte del compagno, trova conforto nella notte passata con un giovane universitario. Isherwood traccia il delicato racconto di questo uomo solo, ripercorrendone una qualsiasi giornata, mescolando gioie e dolori, voglia d’amare e l’incombenza della morte. Il romanzo è dedicato a Gore Vidal.
All’epoca della pubblicazione, suscitò shock e scompiglio per il tema dell’omosessualità trattato così apertamente e in modo così toccante, successivamente venne considerato una pietra miliare del movimento di liberazione gay.
Breve ma emozionante introduzione di Tom Ford che ne fece un film nel 2009 (suo debutto alla regia) con protagonista Colin Firth. Il libro manca della patina sofisticata del film, è più duro e bello, senza sbavature melodrammatiche, con la sua forte ironia verso la società americana perbenista e ipocrita e il senso della morte che si insinua dappertutto.
Altamente consigliato.
Terry Palamara