Crocevia – Mario Vargas Llosa #recensione #MarioVargasLlosa

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Il narratore Mario Vargas Llosa difficilmente delude i suoi lettori: anche se con questo ultimo libro Crocevia, siamo un po’ lontani dalla forza dei suoi capolavori (fra i tanti da ricordare “La città e i cani”, “La zia Julia e lo scribacchino” , “Pantaleon e le visitatrici”). Pure la lettura scorre veloce e gradevole in questo intrigo fra erotismo e politica, ingredienti che si trovano quasi sempre nelle ricette letterarie dell’autore.
In realtà quest’ultimo lavoro si potrebbe considerare quasi un pamphlet contro il cattivo giornalismo scandalistico al servizio del potere oppressivo di un governo reazionario: la vicenda è ambientata a Lima negli anni ’90, ed è un affresco della società peruviana sul finire della dittatura di Alberto Fujimori (da cui Vargas Llosa fu sconfitto alle elezioni presidenziali del 1990).  La storia si rifà esplicitamente alla fase terminale del regime del presidente, raccontando un clima opprimente generato dal terrorismo di Sendero Luminoso e dal gruppo Marta, cui fa da controcanto la milizia governativa del Presidente che usa la stampa scandalistica per incastrare gli avversari politici. L’intrigo poliziesco non è così difficile da individuare fin dai primi capitoli, ma è insaporito dalla trama erotica piuttosto esplicita in molti passaggi (forse persino con qualche eccesso) in cui due coppie di amici (un famoso industriale e il suo avvocato), uomini di grande potere, con al fianco bellissime mogli, si trovano costretti a fronteggiare un pesante ricatto. Le due signore Marisa e Chabela non hanno crisi di coscienza ma, al contempo, non sono due donne egoiste e insensibili a ciò che sta accadendo intorno a loro; sono dotate di una straordinaria umanità ed è lo stesso autore che le assolve sostenendo che “quando la vita si fa incerta, il pericolo di morire sempre più vicino, possono scatenarsi l’avidità, il furore sessuale, la frenesia di appagare tutti gli appetiti”.
L’happy end finale in un certo senso fotografa la realtà che vide alla fine la caduta del regime, ma un po’ stona con l’andamento della narrazione che sembra sottolineare la permeabilità della corruzione sia nel potere che nei suoi servitori sottomessi. E la sottomissione è un altro forte tema presente nel romanzo e che già benissimo, di nuovo sul versante erotico amoroso, lo scrittore aveva trattato in un altro bel romanzo “Avventure della ragazza cattiva” (vedere recensione di Lorenza!)
Insomma il premio Nobel qui un po’ pare voglia vendicarsi del suo ex-avversario Fujimori, un po’ del suo neo-avversario il giornalismo scandalistico che da qualche anno lo tormenta sia a Madrid che a Parigi (sue residenze abituali) per una relazione con una famosa conduttrice televisiva e un po’ ( tanto!) celebra le gioie del sesso e dell’amore come antidoto alla brutture di cui sopra e anche all’invecchiamento, che se vissuto bene sollecita i sensi.

Renato Graziano

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