Fantozzi era stato assunto perchè parlava un italiano quasi comprensibile, ma fu subito dimenticato. Dimenticato al punto che spesso, nei cinquant’anni di sottoscala, quando la società cambiava improvvisamente la distribuzione delle stanze alzando dei muri divisori, Fantozzi veniva murato vivo e per lungo tempo non se ne aveva più notizia. Dopo tre mesi gli telefonavano a casa credendolo in mutua e chiedevano alla moglie: “Come sta?”. E la Pina: “Mai visto!”.
Non avevo mai letto i romanzi di Fantozzi e avevo un po’ di timore, il paragone con i (primi) film poteva essere per una volta troppo a favore di questi ultimi.
Invece è stata una bella sorpresa, divertente di quella comicità surreale e un po’ malinconica che ha reso stra-famoso Paolo Villaggio attore. Il dubbio che l’avrei apprezzato allo stesso modo se non avessi prima visto i film (e quindi non l’avessi letto con la “voce” e l’intonazione di Villaggio) rimane, ma siamo comunque davanti a un ottimo lavoro. Riso amaro, ma pur sempre riso. Utile anche per una riflessione critica su abitudini e costumi della nostra epoca, e anche se scritto anni orsono rimane ahimè attuale.
Consigliabile per tutti gli adulti (i bambini potrebbero spaventarsi).
Massimo Arena