Ho letto e riletto “Orgoglio e pregiudizio”, venivo da un’ottima esperienza con “Il diario di Mr. Darcy” della Grange e ho voluto dare una possibilità a questo romanzo, senza crearmi nessuna aspettativa.
È un romanzo che cammina sui propri piedi, copre l’arco temporale dei fatti raccontati in “Orgoglio e pregiudizio”, con un sorprendente e inatteso flashback dopo la metà del libro. Le pagine finali del libro, poi, vanno avanti negli rispetto al matrimonio dei Darcy.
È stata una lettura piacevole. Stile non fotocopia della Austen, ne mancano sicuramente il brio e la capacità di caratterizzazione dei personaggi.
Si narrano le vicende dei personaggi “fantasmi” di Longbourn, della servitù. Il linguaggio quindi non è assolutamente quello spettacolare del capolavoro della Austen.
La Baker ha raccontato storie verosimili, intrecci, amori, segreti plausibili per l’epoca e la fascia sociale di cui scrive.
Mi è dispiaciuto molto come sia stato messo in discussione un personaggio cardine della storia madre: scelte discutibili fatte nel passato e nel presente della storia narrata che non lo rendono più l’uomo simpatico e amorevole descritto dalla Austen, anche se sono comprensibili le scelte fatte in linea con il suo rango.
È stato interessante vedere dagli occhi della servitù i vizi e i capricci dei Bennet.
È una discreta lettura che scorre facilmente. La Baker ha vestito di panni storici un romanzo contemporaneo. Ho apprezzato però la sua voglia di non farne esclusivamente un prodotto commerciale per accalappiarsi i seguaci della Austen.
Non ne consiglio l’acquisto, ma se preso in prestito, una chance la darei.
Federica Giancane
Longbourn House, Jo Baker – 4/2017 – voto 2/5 – categoria disfida: Un libro comprato d’impulso