Tiziano Scarpa – Stabat Mater

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Ho scelto questa lettura perché guardando le copertine degli Strega era quella che mi piaceva di più. Sono proprio andata alla cieca e con fortuna. Inizio un po’ stridente, tutta questa atmosfera cupa non mi piaceva un gran che, in realtà col cambio di registro della seconda parte, che peraltro non avrebbe senso senza la prima, mi ci sono gettata a capofitto.
Cecilia è un’orfana di sedici anni, ospite dell’Ospedale della Pietà, abbandonata in fasce dalla madre. Il suo orizzonte di vita è chiuso fra le mura di questa istituzione caritatevole che si occupa dell’educazione delle bambine senza genitori. La notte passa lunghe ore scrivendo alla madre, che mai ha conosciuto, nascosta in cima ad una scala. Con le compagne ha la fortuna di suonare nella loro orchestra, il suo strumento è il violino. Tutto sembra immobile, nulla sembra scuoterla; ma tutto cambia per Cecilia quando arriva un nuovo maestro di musica: si tratta di un giovane prete dai capelli rossi, don Antonio Vivaldi, che fa scoprire alle allieve come sia possibile tramite i suoni produrre stati d’animo a loro sconosciuti. L’uomo nota subito le capacità di Cecilia, che diventa una delle sue favorite. Grazie al rapporto conflittuale con la sua musica, Cecilia troverà una sua strada nella vita, compiendo un gesto inaspettato di autonomia e insubordinazione.

Mariagrazia Aiani

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