Che insomma (e non si inzia una frase con che!) io al 2016 non ho voluto per niente bene e nemmeno lui a me, per dirla tutta. Che i tempi del bene a strafottere sono finiti: nessuno ti regala niente, nemmeno gli anni, bisestili o meno. Però arrivo qui, al 3 gennaio di un anno nuovo, con un grazie enorme per la trilogia di Haruf, per Dolores e il buon Truman, e non mi pare sia poco. Non ho spaccato i deretani a recensioni e pagine lette, ma di sostanza ne ho tenuta addosso un bel po’ e fosse anche solo per il conforto di poter passare da qui e leggervi io vi ringrazio e con la scusa del buon anno faccio un fioretto: ricomincerò a scrivere dei libri che leggo, fosse anche solo per far parte del vostro tempo con qualche tazza di caffè e due o tre pasticcini ogni tanto. Mi e ci auguro la capacità violenta di sorridere nonostante il mondo ci stia cadendo a pezzi sotto al naso; un desiderio smisurato di voler bene al bene che vogliamo alle persone che ci accompagnano i giorni; la forza fuori moda di resistere, alla fatica al buio alla solitudine. Bene, ora vado a preparare il pranzo. Abbracci&Baci.
Rob Pulce Molteni