Stimolato dalla bella recensione di Carlo Mars ho letto “Un amore” di Dino Buzzati, autore che avevo frequentato solo negli anni del liceo con i suoi magnifici “60 racconti” e con “Il deserto dei Tartari”, opere sorprendenti per la letteratura contemporanea italiana.
“Un amore” è sorprendente invece per la cruda descrizione di una ossessione amorosa e per l’amara sincerità di una discesa agli inferi tanto più dolente e tragica sapendo che è fortemente influenzata dalla tormentata sessualità dell’autore che ne fa quindi una quasi-confessione autobiografica. Il grande protagonista dell’opera di Buzzati è il destino, onnipotente e imperscrutabile, spesso beffardo (come ne Il deserto dei Tartari), nel caso di Un amore perfino i rapporti amorosi sono letti con quest’ottica di imperscrutabilità.
Buzzati è stato un grande scrittore atipico nel panorama italiano perché insofferente e lontano dalla ritualità e auto-referenzialità di molti colleghi. Con un tono narrativo fiabesco, affronta temi e sentimenti quali l’angoscia, la paura della morte, la magia e il mistero, la ricerca dell’assoluto e del trascendente, la disperata attesa di un’occasione di riscatto da un’esistenza mediocre (Le mura di Anagoor, Il cantiniere dell’Aga Khan, Il deserto dei Tartari), l’ineluttabilità del destino (I sette piani) spesso accompagnata dall’illusione (L’uomo che voleva guarire). Per chi non li avesse letti i suoi “60 racconti” sono un vero tesoro di sorprese, spiazzamenti, parabole, fantasie, incubi….li consiglio per chi volesse riscoprire un autore forse sottovalutato.
Renato Graziano