Questo è veramente un libro grandioso, adrenalico, violento e indimenticabile. L’avevo sul comodino da un po’, rimandavo sempre ma adesso che è uscito il suo seguito naturale, Il Cartello, mi ci sono ficcata in apnea proprio.
Immagino che tutti gli amanti del noir americano -ma non solo- lo abbiano già letto e digerito. Provo a recensirlo brevemente per chi non segue tanto il genere o non conosce Winslow. Il potere del cane racconta in modo romanzato su fatti veritieri, senza alcuna pietà, il mondo dei cartelli del narcotraffico messicani, il loro modo di fare affari, le loro infinite guerre intestine e al di fuori del Paese. Dal Messico alla Colombia, da New York alla California, la droga segue un percorso tortuoso e a volte geniale, sotto l’occhio connivente degli Stati Uniti, nazione che ne esce dipinta in modo assai poco lusinghiero, soprattutto per la politica estera portata avanti negli anni in centro e sud America. La narrazione parte dalle singole vicende di alcuni protagonisti ricorrenti, e si snoda per molto tempo lungo le loro vite, dagli anni ’70 al 2004, toccando ogni aspetto della storia del narcotraffico e della devastazione che lascia nelle esistenze di chi vi è coinvolto, da una parte o dall’altra della barriccata. I due protagonisti, e arcinemici, sono un poliziotto della DEA che cerca di bloccare in modo legale il traffico di droga, e l’erede di una delle famiglie che gestiscono i cartelli in Messico. Entrambi partono con qualche illusione di gioventù di poter fare altro, e meglio, per finire anno dopo anno a sporcarsi sempre più le mani per arrivare a trionfare sul nemico.
E’ un libro molto crudo, dove non ci sono giusti o degni: la corruzione del male dilaga in ogni animo, anche chi vuol fare del bene deve turarsi il naso o fingere di non vedere, diventando se non colpevole almeno connivente. Molti dei personaggi muoiono, di morti spesso orribili; e sempre, il traffico di droga continua, prospera, dilaga inarrestabile. Ci sono scene feroci di torture e ammazzamenti, e anche se alcuni personaggi sono violenti come dei protagonisti di un film di Tarantino, al limite del riso isterico, non è sempre stato facile per me distaccarmi da alcune violenze. Se siete impressionabili, non è un libro per voi: è brutale, grafico e senza pietà. E’ scritto magistralmente, ed è un libro che una volta iniziato sarà impossibile accantonare, un ritratto dell’inferno, e della follia morale che lo accompagna. Un grande libro di fiction, basato su una storia tristemente vera.
Lorenza Inquisition

