Strano a dirsi, ho finito un libro (è l’anno della noia per me). Bene! Mi è piaciuto moltissimo e ve lo consiglio. Parla di me, ovviamente, ma anche di tanti di noi: c’è qualche insegnante precario in sala? Parla di dolore, di scelte pazzesche e irrazionali, del desiderio di vita autentica che forse forse abbiamo tutti in comune. Originale e ben scritto, con svolte di trama sorprendenti e personaggi complessi. Io l’avrei finito anche con 200 pagine in più, perché l’unica cosa che mi è mancata è un cucchiaino di approfondimento sulle psicologie di tutti. Non sempre tagliare è la soluzione: se un libro è bello vorresti farlo durare, come una liquirizia srotolata pian piano.
Daniela Quartu

