Libri 2016, una selezione #libri2016

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Mi piacerebbe stupirvi per il post di fine anno con una sfolgorante maturità di stile e di prosa, ma la realtà è che mi è difficile fare i consuntivi perchè non sono tanto capace di parlare in tre righe di un libro. Userò aggettivi random e spernacchianti spigolature (ma magari!). Tra le mie letture di quest’anno ne ho estrapolate 15 di vario genere, tutte dalle 4 stelle verso l’infinito e oltre.

Ps. Quando scrivo nella recensione “miglior libro dell’anno” intendo ovviamente del mio anno di letture, non del 2016 tout court e rien ne va plus.

  1. The Power of the dog – Don Winslow Ma che si può dire di un libro così? Winslow lascia nella polvere qualsiasi scrittore gli stesse alla pari (salviamo Ellroy) e produce un capolavoro, un’epica epopea della droga in America (inteso come continente, non solo USA). Tutto finisce nel sangue. Se non l’avete ancora letto, Gesù piange.
  2. Alex – Pierre Lemaitre Miglior thriller dell’anno, e autore rivelazione per me. Ero stanca dei soliti gialli asfittici e mal scritti, questo è adrenalico, trama imprevedibile, personaggi vivi e scrittura buona. Consigliatissima la serie, è il secondo di una trilogia, meglio iniziare dal primo perchè qui ci sono spoiler.
  3. Joyland – Stephen King Il miglior Stephen King dell’anno. Il Re può raccontare storie di nostalgia come nessun altro, e qui lo fa benissimo. E inventa anche un linguaggio, per strada. Consigliato anche a chi rifugge l’horror, è molto delicato e godibile. “You think Okay, I get it, I’m prepared for the worst, but you hold out that small hope, see, and that’s what fucks you up. That’s what kills you.”
  4. East of Eden – John Steinbeck Questa è la quinta o sesta rilettura, per me. E’ tutto. Non metto libro dell’anno solo perchè è il libro di una vita, è fuori concorso. Timshel.
  5. Olive Kitteridge – Elizabeth Strout Grande scrittura, così perfetta che quasi non la noti. Quasi. Grande romanzo. Olive vive dolorosamente, con rabbia, e imprescindibile onestà.  “Well, widow-comforter, how is she?” – Olive spoke in the dark from the bed.“Struggling” – he said.“-Who isn’t.”
  6. Poesie Rabindranath Tagore Nel mio viaggio intorno al mondo, mi sono fermata più volte da Tagore, poeta indiano premio Nobel nel 1913. “La luce della tua musica illumina tutto il mondo”.
  7. Ho paura torero – Pedro Lemebel Breve storia colorata e lieve di un amore non corrisposto tra un travestito che invecchia e un giovane radicale nel Cile di Pinochet che si avvia al decadimento. Scrittura ricca, poetica, particolare.
  8. Maximum City – Bombay lost & found – Suketu Mehta miglior resoconto giornalistico. Non è un libro perfetto ma il racconto che ne esce di Bombay città lo è: sporca, zozza, lasciva, vecchia, moderna, crudele, appassionata, fatalista. E’ una fatica finirlo ma lo sguardo che se ne ricava sulla metropoli è impagabile.
  9. I fratelli Ashkenazi – Israel J. Singer Romanzo storico e sociale, potente saga familiare che affronta l’ascesa verso il capitalismo di una famiglia di ebrei ultra ortodossi nella Polonia di fine Ottocento. “Sappi di dove vieni, da una goccia puzzolente. Sappi dove vai, in un verminaio.”
  10. In cold blood – Truman Capote Scrittura perfetta, che evoca incredibile empatia sia per le vittime che per i carnefici. Narrazione che trascende le vicende di cui narra, per portarci nella natura della violenza umana. “I thought that Mr. Clutter was a very nice gentleman. I thought so right up to the moment that I cut his throat.”  
  11. The Passage – Justin Cronin Miglior libro di avventura dell’anno, per me. Mega romanzo apocalittico che mischia vari generi, scrittura adrenalinica, trama tutto sommato non scontata. E’ il classico libro nel quale si applicano i principi della dinamica, sono 800 pagine di tomo ma parte così a razzo che poi il momento ti trascina per tutto il romanzo anche nelle rare parti meno riuscite. “What strange places our lives can carry us to, what dark passages.”  
  12. The Goldfinch – Donna Tartt Scritto meravigliosamente, lunghissimo, a tratti pare collassare sotto il proprio peso. Ma rimane una grande, bellissima lettera di amore sull’arte e sull’importanza che questa ha nelle umane vicende. Gli uomini creano l’arte, ed è l’arte a renderci divini. “We have art in order not to die from the truth.”  
  13. Just Kids – Patti Smith Una relazione giovane, onesta, appassionata tra due ragazzi nell’epica New York degli anni 70, artisti in divenire before the fame. Metà bohème, metà punk rock. Bellissimo, poetico, nostalgico, innocente e pulito nonostante si parli di sesso, droga e rock’n’roll.  “So my last image was as the first. A sleeping youth cloaked in light, who opened his eyes with a smile of recognition for someone who had never been really a stranger.”  
  14. The Brooklyn Follies – Paul Auster Romanzo intelligente, appassionato, coinvolgente, esuberante, un inno alle glorie e al mistero delle umane vicende, al potere della letteratura, alla vita e alle aspirazioni di ogni uomo comune. “One should never underestimate the power of books”.
  15. Plainsong – Kent Haruf  Chiudo con quello che per me è il libro dell’anno, parlando di prima lettura. Toccante romanzo corale, esistenze tribolate, caratteri tenaci nelle grandi pianure a est di Denver. Vite e visioni di vita che trascendono le condizioni tristi, le difficoltà, i tradimenti e le crudeltà degli uomini, perchè si può sempre rimanere umani, nonostante tutto. Mi è piaciuto perchè in un anno per me difficile mi ha dato speranza, e a volte basta questo.

Lorenza Inquisition

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Olive Kitteridge – Elizabeth Strout #OliveKitteridge #ElizabethStrout

She didn’t like to be alone. Even more, she did’nt like being with people.

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Libro che ha portato all’autrice il Pulitzer nel 2009, Olive Kitteridge è strutturato in modo particolare, un romanzo di 13 racconti, 13 storie diverse, tutte ambientate nella stessa piccola cittadina immaginaria del Maine, in cui i personaggi di ogni racconto hanno a che fare, in varia misura, con la vera protagonista, Olive, insegnante di matematica del locale liceo, donna sarcastica, dallo sguardo franco e dalla parlata elegante, con una naturale intolleranza alla stupidità e all’ipocrisia.  La grandezza di questo libro è nella scrittura, la Strout è bravissima in tutto lo spettro della narrativa letteraria: lirismo nella descrizione dei paesaggi, lampi di profonda comprensione umana, dialoghi e fraseggio straordinari. E sa anche rendere con superba empatia i momenti di tragedia nelle piccole grandi vite di persone comuni che descrive, impossibile rimanere indifferenti al loro dolore.

I personaggi dei racconti spaziano attraverso varie generazioni e tipologie di umanità, giovani e vecchi, poveri e benestanti, felici o disperati, gente diversa di cui arriviamo a cogliere con dolcezza i pensieri più profondi, descritti con stile asciutto e spartano, sempre con una certa simpatia.

E’ un libro un po’ triste, i temi principali di queste storie sono la solitudine, la morte, l’alienazione. Generalmente c’è poca speranza, anche se la conclusione a cui io sono arrivata dopo la lettura non è di sconforto ma di una certa serenità. Olive attraversa la propria esistenza con ironia, disperazione, rabbia e amore, a volte negando i problemi ma in genere con sincerità. Alla fine accettando che ogni vita è uno strano, intricato affare, e che rimanere a galla, indipendentemente dall’inesorabile avanzare del tempo che porta tutti verso una triste comune fine, è realmente un singolo atto di coraggio.

L’esistenza di noi tutti, nella sua interezza, non è quasi mai pregna di grandi spettacolari avvenimenti, e sempre, per tutti, arrivano i piccoli accomodamenti insieme ai grandi sogni perduti, a volte splendide illuminazioni di fianco alle brutture. Tutti abbiamo i momenti persi, le cose non dette, la stupida arroganza della gioventù e il senso della meraviglia perduta dell’infanzia. Quello che rimane alla fine di Olive è la dolcezza di una fotografia sbiadita che porta ancora l’eco delle risate di una certa estate, la voglia di perdersi sempre e nonostante tutto in una passione, l’amore, infine, per questa sciocca, terribile, bellissima fiamma che chiamiamo vita.

Lorenza Inquisition