Bruno Arpaia – Il passato davanti a noi #brunoarpaia

Bruno Arpaia – Il passato davanti a noi

I famigerati anni ’70 ….. e correndo mi incontrò lungo le scale quasi nulla mi sembrò cambiato in lei ..

arpaia

Parafrasando le parole di Guccini citato questo libro mi ha riportato indietro a quegli anni lì, che poi sono quelli della mia giovinezza, e, nonostante tutto quello che accade oggi, senza rimpianti ma con una grande forza narrativa. Senza nascondere o tralasciare nulla c’è la politica in primis, la sezione, i movimenti, i morti, ma anche la musica il viaggio in autostop Londra e la case occupate. E poi la lotta armata e poi il riflusso la droga pesante e venendo lui dall’entroterra napoletano la camorra e la violenza. Il libro si chiude con il terremoto del 1980 e il fiume di denaro che arrivò da quelle parti, cambiando radicalmente gli interessi dei camorristi.

E’ un libro non recentissimo che ricorda un po’ quello di Piccolo il Desiderio di essere come tutti, anche se il periodo è diverso; ma Arpaia, rispetto a Piccolo, riesce secondo me, ad essere meno concentrato su se stesso e a raccontare il romanzo di una generazione. Se qualcuno l’ha letto e magari era più piccolo in quegli anni mi piacerebbe sapere che ne pensa.

Nicoletta Emiliani

In un paese alla periferia di Napoli, negli anni ’70, un gruppo di ragazzi vive l’ultima grande stagione degli ideali e delle lotte politiche, fa i conti con una realtà difficile, minacciata dalla criminalità organizzata, e nel frattempo affronta il suo particolare percorso di formazione, che passa attraverso gli amori, le tensioni familiari, le vacanze vissute all’avventura e termina con il fallimento degli stessi ideali da cui aveva preso le mosse. Le scelte dei protagonisti sono state, a partire da quel punto, le più diverse: e adesso c’è chi vive una vita del tutto normale, con moglie e figli, e chi invece si trova a fare i conti con il proprio passato di militanza armata.

Sascha Arango, La verità e altre bugie

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Ho comprato questo libro dopo aver letto una recensione su venerdì di Repubblica che addirittura gli dava 5 stelle e il finale una sorpresa che più non si può.

Il libro parte bene ma poi, non voglio spoilerare nulla, diventa banale e insulso, personaggi privi di spessore, attese per misteri non rivelati o inesistenti. Giudizio critico: tempo perso.

Un giallo che non sta in piedi, raffazzonato, approssimativo e per di più, appunto, scritto davvero male. Nel tempo di lettura sono stata afflitta da un senso di tristezza e di scoramento perchè magari fosse solo brutto, è squallidamente brutto, in maniera trita, quasi offensiva.
Non riesco a capire le lodi sperticate che hanno sprecato critici anche autorevoli. Alla fine si renderanno conto che hanno perso di credibilità nei confroni di noi lettori? Alla fine capiranno che non ci fidiamo più del loro gridare al capolavoro, giallo dell’anno, nuova frontiera del noir??? BAH.

Nicoletta Emiliani