Il simpatizzante – Viet Thanh Nguyen

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Eletto negli States miglior romanzo dell’anno, vincitore del Pulitzer 2016, questo “Il simpatizzante” del profugo vietnamita Nguyen, professore di letteratura Inglese e Americana e Etnicità alla Southern University della California, gli elogi se li merita tutti. Dimostra, come sottolineato da Domenico Quirico in una recensione su Tuttolibri, come l’integrazione fra etnie e culture diverse possa dare frutti splendidi se accompagnate dalla voglia di capire e accettare la diversità.

Il libro inizia con il racconto della caduta di Saigon invasa dai nordvietnamiti di Ho Ci Minh: gli americani in fuga si trascinano i sud-vietnamiti contrari alla rivoluzione comunista e noi seguiamo le vicende di un importante Generale di polizia e del suo numeroso seguito, assistito dal fedele Capitano, che sarà il protagonista del romanzo. A bordo di un C-130, con un volo coperto, il Generale si appresta a raggiungere gli Stati Uniti con la famiglia e parte dei suoi uomini; il Generale crede in Dio, nella moglie, nei figli, nei francesi, negli americani e… nell’assoluta fedeltà del suo uomo di fiducia, il solo tra i suoi sottoposti ad abitare a casa sua: il Capitano. Non sa che il Capitano è, in realtà, una spia, un dormiente, un uomo con due facce che fotografa in gran segreto ogni rapporto e dispaccio e li invia a Man, suo addestratore tra le fila Vietcong.  Figlio di un prete cattolico e di una vietnamita porta in sé i cromosomi della doppia origine, avendo anche studiato negli States. Tornato in Sud Vietnam ma in realtà fervente comunista, solidamente legato ai due amici di infanzia Bon e Man, inizia a trasferire a quest’ultimo , combattente comunista, informazioni riservate ottenute dal suo punto di osservazione privilegiato all’interno dei quartieri americani e vietnamiti di Saigon.

Il racconto, in forma di confessione di cui nelle ultime 100 pagine si capirà la genesi e il significato, si sviluppa nella comunità vietnamita che si costituisce a Los Angeles  con il protagonista che recupera privilegi e agi della società americana ma mantiene il suo impegno a trasmettere informazioni all’amico Man rimasto in Vietnam. Ma per sviare i sospetti del Generale sarà costretto a scelte impegnative che coinvolgeranno anche l’ignaro amico Bon per proteggere il quale tornerà in patria al seguito di una disperata impresa organizzata dal Generale per riprendere Saigon.
Lo sviluppo molto denso di vicende del romanzo porta anche a nuclei narrativi assai riusciti e divertenti per la satira sulla società americana (vedi la sua collaborazione al Grande Autore cinematografico che gira un film sulla guerra americana in Vietnam, chiaro riferimento al Coppola di Apocalypse Now ) per poi sfociare nell’ultima parte che si legge con un senso di crescente suspense e angoscia per la riproposizione della brutalità di quelle vicende che hanno segnato così pesantemente gli anni ’60 e sono stati la grande anticipazione dell’interventismo americano in Medio Oriente.
Da leggere assolutamente per chi ama comprendere meglio la complessità delle relazioni fra mondo occidentale e orientale e per l’omaggio, evidente, che l’autore rende con la sua storia e la sua scrittura ad autori come Graham Green, Conrad, Le Carrè.

Renato Graziano

Herman Koch – La cena #NeriPozza

lacena

‘Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo’: la citazione della frase di Tolstoj contenuta nel suo meraviglioso Anna Karenina è ripresa in questo crudo romanzo dell’olandese Herman Koch, (da cui pensavo fossero tratte le riduzioni cinematografiche a tema medesimo, fra cui il film di Polansky, invece no). A mio parere sarebbe una buona lettura di gruppo, La cena: è breve, e suscita fondamentali inquietanti interrogativi morali, oltre a parlare di diversi temi sociali e contemporanei: l’arrivismo, il formalismo e soprattutto l’educazione e le linee di comportamento da adottare nei confronti di figli in età adolescenziale. Se un ragazzo di 15 anni compie un crimine, è colpa sua, o bisogna ricercare le origini del suo comportamento nelle dinamiche familiari? E’ giusto coprirlo, per i genitori, con la motivazione di non rovinare la vita di un ragazzo così giovane per quell’unico terribile, ma in fondo sfortunato evento? E’ forse più corretto ritenere responsabile la società, ma allora, cosa si è disposti a sacrificare per sempre, tacendo? o è forse la paura di rovinare la loro vita, la loro pace familiare che li convince ad occultare il fatto, fino a negarlo, tentare di dimenticarlo? Ma esisteva, prima, una famiglia felice, o era solo la misera copertura di segreti, paure, ambizioni? Ed è comunque possibile dimenticare, è possibile poi che tutto torni come prima? E chi sono i buoni e i cattivi in questo teatrino messo in scena da queste due coppie, legate pure fra loro da rapporti familiari… se esistono, dei buoni..?
E’ vero, come la frase di copertina, che La cena è un racconto politicamente scorretto. Non so se mi sia piaciuto, però ho pensato a lungo cosa avrei fatto, fin dall’inizio, trovandomi al posto della madre di Michel. Perché non è una storia che si dimentica facilmente.
E’ solo il ventottesimo libro del 2015.
O il primo del 2016? Sob.

Claudia

DESCRIZIONE

Due coppie sono a cena in un ristorante di lusso. Chiacchierano piacevolmente, si raccontano i film che hanno visto di recente, i progetti per le vacanze. Ma non hanno il coraggio di affrontare l’argomento per il quale si sono incontrati: il futuro dei loro figli. Michael e Rick, quindici anni, hanno picchiato e ucciso una barbona mentre ritiravano i soldi da un bancomat. Le videocamere di sicurezza hanno ripreso gli eventi e le immagini sono state trasmesse in televisione. I due ragazzi non sono stati ancora identificati ma il loro arresto sembra imminente. Cosa saranno capaci di fare per difendere i loro figli?