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Tag: monologo

Lei dunque capirà – Claudio Magris #ClaudioMagris

su marzo 7, 2019marzo 2, 2019 da inquisitin Claudio MagrisLascia un commento

Lei dunque capirà – Claudio Magris

Editore: Garzanti Libri
Collana: Garzanti Novecento

Lei dunque capirà è un racconto dello scrittore e giornalista triestino Claudio Magris. L’opera è una rivisitazione del mito di Orfeo, trasportato nella contemporaneità.

Da quando mi sono iscritta, poco tempo fa, ho navigato piacevolmente tra le vostre recensioni e mi sono detta che mai mi sarei cimentata. Non è una captatio benevolentiae, ma un alzare preventivamente le mani. Semplicemente non sono capace. Eppure mi dispiaceva non poter condividere con voi quegli attimi di innamoramento assoluto che sono i miei libri. Detto questo, respirone e partiamo.
Lei dunque capirà è un breve racconto di Claudio Magris, un monologo struggente, profondo, la celebrazione di un amore assoluto e del lucido coraggio di una donna.
E’ lei che ci accoglie in un luogo silenzioso, una misteriosa clinica che si snoda in stanzoni, cantine, lunghi corridoi immersi in una luce opaca, un posto in cui non è permesso portare oggetti personali nè ricevere visite. Le porte dell’istituto sono una barriera invalicabile che divide per sempre. Euridice, sì, proprio lei, si rivolge ad un misterioso Presidente che ha voluto accordare al suo amato il permesso di venire a prenderla.

“Dunque, se ha lasciato che venisse a prendermi, deve aver letto il suo cuore meglio di me…”.

Ma non è così, perchè lei è l’unica a conoscerlo davvero, a sapere perchè fissa le porte della clinica e si strugge per entrare. Lei che è stata ed è il suo amore assoluto, che conosce di lui ogni piega dell’anima, ogni difetto, ogni miseria.
Euridice sa che il suo amore non potrà avere le risposte che cerca. Lei stessa non conosce il luogo in cui si trova, nè ha mai incontrato il Presidente. E allora decide con lucidità e fermezza di salvarlo, di restituirgli la voce con l’ultimo atto d’amore di cui è capace.

“Lo vedevo ritornare straziato ma forte alla vita, ignaro del nulla, ancora capace di serenità, forse anche di felicità”.

Paola Lagomarsino

«Lei dunque capirà, signor Presidente, perché, quando eravamo ormai prossimi alle porte, l’ho chiamato con voce forte e sicura, la voce di quando ero giovane, dall’altra parte, e lui – sapevo che non avrebbe resistito – si è voltato, mentre io mi sentivo risucchiare indietro, leggera, sempre più leggera, una figurina di carta nel vento, un’ombra che s’allunga si ritira si confonde con le altre ombre della sera, e lui mi guardava impietrito ma saldo e sicuro e io svanivo felice al suo sguardo, perché già lo vedevo ritornare straziato ma forte alla vita, ignaro del nulla, ancora capace di serenità, forse anche di felicità»
(Lei dunque capirà, Garzanti 2006, pp. 54-55)

 

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Il soccombente – Thomas Bernhard #ilsoccombente #ThomasBernhard #GlennGould

su marzo 18, 2018marzo 4, 2018 da inquisitin Thomas BernhardLascia un commento

La mia prima critica.

Thomas Bernhard Il soccombente

Traduzione di Renata Colorni
Fabula

Il soccombente è un romanzo in parte autobiografico dello scrittore austriaco Thomas Bernhard. È il primo di una trilogia sulle Arti (musica, teatro e pittura), ad esso seguirono infatti A colpi d’ascia e Antichi maestri.  Questo romanzo di Bernhard si apre con un’estate piovosa a Salisburgo, in cui tre pianisti seguono un corso di Horowitz. Due di loro sono promesse della musica a livello mondiale, il terzo è Glenn Gould; tra di loro si sviluppa un rapporto di amicizia che si rivelerà drammatico per tutti, e fatale per uno dei tre, il soccombente appunto. In poco tempo diviene evidente la superiorità pianistica di Gould rispetto allo stesso Horowitz. Alla fine dell’estate Glenn sceglie di tornare in Canada. I due altri studenti sono da un lato convinti che il suo invasamento musicale, visto addirittura come  radicalismo pianistico, l’avrebbe presto ucciso. Ma Glenn Gould, invece, comincia la sua ascesa vertiginosa in America, mentre quell’estate pone fine alle carriere dei due studenti, entrambi diversamente incapaci di reggere il paragone con la sovrumana virtuosità del vero genio.

Ιο ho uno spacciatore di libri. Ogni volta che torno in Italia e lo incontro lui mi presta un libro che devo leggere e restituire fino al mio ritorno. Un gioco che va avanti da quasi 5 anni seguendo il ritmo dei miei viaggi. Non ho mai capito che logica segua nello scegliere i libri. Inizialmente pensavo ”mi darà libri che non gli sono piaciuti, così nel caso in cui non lo restituisca minore è il danno”. Ma poi mi ha prestato Il mondo secondo Garp e allora ho capito che no, non era quello il criterio. E si, lo so, questa non è una critica.

Insomma, a fine 2017 mi ha prestato Il soccombente. E mi ha detto anche il perchè. Avevamo discusso del talento e delle due scuole di pensiero: il talento è innato o nasciamo tutti tabula rasa e sviluppiamo talenti in base alle possibilità offerte, a quelle colte, alle scelte, alle persone intorno che ci danno fiducia e ci spronano? E se davvero ci piace pensare che si nasciamo tutti uguali e con le stesse possibilità tutti potremmo ecc ecc, allora come ci poniamo davanti al genio? Mozart o come in questo libro Glenn Gould?
Ebbene, questo libro parla di questo. Del talento. Ma non proprio dal punto di vista di chi questo talento lo ha. No, il soccombente ci porta nei labirinti della mente e della psiche di chi davanti al talento altrui soccombe, appunto.
Lo consiglierei? Ni. Di sicuro non uno di quei libri della categoria ”devileggerloassolutamente!”
Mi è piaciuto sebbene abbia trovato la maniacale ripetizione del senso di fallimento dei protagonisti sgradevole, quasi disturbante. Ma forse era proprio quello l’intento.
Disturbare il lettore esattamente quanto disturbato era il soccombente dal talento altrui.

Marina Sarli

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