Davide Enia, Uomini e pecore

Roma capitale affamata, innamorata e viva.

enia

Due bei viali mi si aprivano davanti, dopo aver terminato la lettura del Fabio: la prima, proseguire col Giappone (e ne avevo di suggestioni, proposte, possibilità in mente!); la seconda, continuare gli itinerari gastronomici consigliati dalla collana Edt “alla carta”.http://www.edt.it/aree/allacarta/
ammè piace leggere di viaggi e anche moltissimo di cibo, me gusta proprio, sicchè ho imboccato il secondo vialone.
dopo tokyo me sò fermata n’attimo nella mia città natale con Davide Enia e il suo Uomini e pecore. che dire? m’è uscita la lacrima nel mentre che si raccontava la preparazione e forse l’invenzione della carbonara…e non perchè sia un piatto molto che fa casa, nonnò. ma perchè i tre capitoli in cui si parla di piatti tipici romani (la carbonara, la coda, i carciofi alla giudia, le zucchine conciate e me fermo che è ora de cena e me sto a sentì male) sono così poetici che non so descrivere.
“per ogni uovo che la gallina le depositava in mano – Sta fija de na mignotta – recitava Gomena. Era il suo mantra. Prendeva la gallina, le metteva una mano sul petto, l’altra a coppetta sul culo, -Sta fija de na mignotta -, e l’uovo era pronto per essere bevuto.”
troppo delizioso, sto librino qua, ve lo consiglio assai parecchio. (e pure la carbonara e li carciofi alla giudia etc., ve consijo vivamente)

Stefania Lazzìa

Virginia Bramati, Meno cinque alla felicità

cover Bramati

Partendo dal presupposto che mi sorella ed io sui farlocchi potremmo condurre seminari, anche de na certa qualità mi permetto di dire, tempo fa lei aveva suggerito un “tutto colpa della neve (e di New York)” e io, salda come una roccia, dopo npo’ (du minuti?) l’avevo preso e letto. Molto caruccetto, aveva in sé ogni elemento decorativo tipico del farloccume e nzomma.
Perciò, quando l’altro giorno ho trovato che la Virginia aveva uscito un secondo parto, rapida e implacabile come un killer, mi ci sono ficcata.
Qua ce stanno il Natale, e le lucine, l’albero, le decorazioni, i canti, Pantagruel e 3 oche. Ah, quasi dimenticavo, c’è anche un affascinante sconosciuto, tipo il Jude dell’ammore che non va in vacanzia. Ma tu guarda te. Meno cinque alla felicità è sicuramente per la sua atmosfera natalizia un regalo da mettere in lista, o da regalare a mamme ammiche e zie varie… ma in realtà non potreste perdervelo assolutamente anche se fossimo in piena estate, perché è un gioiellino semplicemente delizioso e fru fru.

Ora però per disintossicarmi, decontaminarmi e ripulirmi dalla melassa che gronda un po’ per ogni dove, mi lancio su un thriller. Vojo suspance e mortammazzati e pure un po’ di sangue, non troppo, q.b.

Virginia Bramati – Meno cinque alla felicità

Lazzia

DESCRIZIONE

Costanza Moretti, brillante giornalista in un giornale finanziario di New York, non dovrebbe farlo, e anche il suo capo (nonché amante) è molto contrariato. Ma lei ormai ha deciso: per Natale torna in Italia, a Verate. Sua mamma e sua sorella Eleonora le sembrano troppo strane al telefono, e da quando – pochi mesi fa – il papà è morto la gestione della mitica Trattoria Moretti, nel centro del paese, è tutta nelle loro mani. Non è solo la preoccupazione, però, a indurla a partire, c’è qualcosa di molto più pressante: una voce insistente che da qualche giorno la assilla, decisa a non tacere finché non avrà ottenuto ciò che vuole. Costanza quella voce la conosce bene, da sempre… è la voce di suo padre! Allucinazioni? Non si direbbe. Suo padre ha una missione segreta e lei dovrà aiutarlo a portarla a termine: entro cinque giorni, quelli che mancano al Natale! Approdata a Verate, toccherà a Costanza pensare a tutto: sua madre ed Eleonora stanno lasciando andare la trattoria, ormai servono solo il caffè e a pochi giorni dal Natale non hanno nemmeno messo mano alle decorazioni. La sola cosa di cui si sono occupate è stato allevare le solite tre oche bianche destinate a essere cucinate per il pranzo… ma hanno anche permesso a Nuccia, l’adorata nipotina, di dar loro un nome e giocarci tutto il tempo fino a considerarle le sue migliori amiche. Ma c’è un’altra sgradita sorpresa che attende Costanza: la mamma ha affittato la stanza sopra la rimessa a un uomo di cui nulla si sa se non il nome – Andrej – e il fatto che (forse) lavora come muratore, (forse) è estone e… (sicuramente!) è molto affascinante. Costanza è decisa a riprendersi la stanza mandando via l’uomo misterioso con l’aiuto di Max Bauser, fidanzato dell’amica Annalisa detta Sassi, e si rimbocca le maniche per riuscire a far tutto… Ma molte sorprese ancora l’attendono nei cinque giorni che la separano dal Natale. E intanto, la neve comincia a cadere…