Joel Dicker – La verità sul caso Harry Quebert

Joel Dicker – La verità sul caso Harry Quebert

81WQ6ql2E2L__SL1500_

Ne avrete già parlato, a suo tempo, quando uscì e fece sfracelli.
In breve: viene ritrovato dopo 30 anni il cadavere di una ragazza uccisa quindicenne. Della sua morte é accusato un famosissimo e anziano scrittore. Il suo pupillo, un altro giovane scrittore famoso che non riesce a trovare lo spunto per il secondo romanzo, cercherà di trovare la verità.
Mi é piaciuto molto, nonostante i difetti: storia d’amore sulla carta torbida ma stucchevole, un paio di personaggi inutilmente caricaturali, certi dialoghi improponibili, specie quelli tra il protagonista e l’investigatore o la mamma, il fatto che lo scrittore giovane e famosissimo viva da asceta è mai nemmeno per caso si imbatta in una donna interessante.
Ma i pregi sono più grandi: ambientazione credibile nel New Hampshire, un intreccio che funziona, suspence ineccepibile anche se si parla di un’indagine su un fatto antico, tanti spunti interessanti sull’editoria, personaggi con uno spessore, anche quelli secondari, e la fondamentale capacità di attaccarti alla pagina.
Senza trascurare che si tratta di un autore giovane.
Un caso editoriale che ha le sue giustificazioni, a mio avviso.

Ricky Gazza

Joel Dicker – La verità sul caso Harry Quebert

81WQ6ql2E2L__SL1500_

Qualcosa non mi ha convinta del tutto in questo libro. Non saprei nemmeno spiegare bene cosa, una sensazione fastidiosa che mi ha accompagnata dall’inizio alla fine, come l’etichetta delle magliette che ti gratta la pelle se non la tagli via.   Forse un po’ l’impressione  del già visto. Una piccola, affascinante cittadina americana con  un’atmosfera che ricorda la Twin Peaks di David Lynch. Inoltre  Mister King ci ha insegnato da tempo a diffidare della piccole, graziose cittadine americane e ormai lo sappiamo che se gratti e tiri via la patina scintillante sotto troverai le peggio cose.

L’intrigo della vicenda passa dall’essere a tratti prevedibile ad  altri momenti in cui ti viene da pensare che l’autore non riuscirà mai  a trovare una via d’uscita, si è incasinato troppo per venirne a capo. Invece….

Detto questo e appagata la mia parte ipercritica, devo confessare  che una volta iniziato non riuscivo più a staccarmene, tanto da fare le ore piccolissime per un paio di notti di seguito. L’ho divorato un pochi giorni.

E questo, parlando di un giallo, è un gran bel complimento.

Inoltre alcuni personaggi sono molto ben riusciti. La mamma dello scrittore,  che compare quasi sempre solo al telefono con le sue manie di trovare una fidanzata al figlio e le sue fisime che possa essere omosessuale, è strepitosa. Come pure la mamma della cameriera Jenny, impegnata anche lei a trovare una sistemazione per la figlia e a tiranneggiare il marito (il pranzo per l’annuncio del fidanzamento mi ha fatta morire dal ridere). Scusate lo spoiler, comunque non rilevante.

Anna LittleMax Massimino