Ian McEwan, The daydreamer

mcewan

L’inventore di sogni

Libro molto carrino che mi dicono nella maggior parte dei Paesi essere stato classificato nelle vendite per bambini, scelta che non mi convince mica tanto. Il tema è l’immaginazione, e l’uso che ne fanno i bambini rispetto agli adulti. Il protagonista è un ragazzino, sogna ad occhi aperti, e ha sogni da bambino ma non solo. McEwan per me è semplicemente grande, perchè scrive bene, non perchè scrive bene per minori. E cattura quell’esatto preciso momento di vuoto tra l’essere bambino e il diventare adulto, e lo fa magistralmente. Il capitolo sul neonato è di alta scrittura, come quello sugli adulti, l’ultimo.

McEwan scrive nell’introduzione che amiamo i nostri libri da bambini perchè ricordiamo il piacere che provavamo da piccoli leggendoli, ed è quindi una faccenda che ha più a che vedere con l’amore, che con la letteratura. E quindi ha scritto questo libro cercando di scordarsi i tradizionali grandi romanzi per ragazzi, e ha semplicemente prodotto un libro per adulti, che parla di un ragazzino in un linguaggio che anche i bambini possano comprendere. Definire quindi libro “per bambini” the Daydreamer è secondo me molto riduttivo, e destinandolo solo ai propri figli o nipoti il lettore adulto si perderebbe molto. Non è un capolavoro di McEwan ma è molto piacevole e ben scritto.

Nota di colore 1: L’Italia è uno dei pochi Paesi ad aver classificato il romanzo “per adulti”

Nota di colore 2: Per una volta vincono i traduttori, la Pomata Svanilina è definizione molto più affascinante della Vanishing Cream

 

Ian McEwan, La ballata di Adam Henry

Avevo detto forse che avrei resistito? L’avevo detto?? Ma come avrei potuto se vado ora confessandovi che lo Ian è stato per lungo tempo uno dei miei scrittori contemporanei preferiti? E quindi vado aspettandomi sempre cose belle da lui e quando trovo diludenti alcune sue robe tuttavia non demordo e continuo a dargli credito. Faccio bene, mi dico dopo aver terminato sta ballata. Faccio bene perché la sua scrittura ancorché per me paragonabile a una gelida, bigia, piovosa serata di tipo londinese, trova quasi sempre il modo di prendermi il cuore e non lasciarmi indifferente.
La storia: Fiona, donna matura e giudice rigoroso, esemplare e retto, con un matrimonio in difficoltà, deve decidere se autorizzare una trasfusione che potrebbe salvare la vita di un diciassettenne la cui famiglia appartiene ai testimoni di Geova. Egli stesso, pur se ancora minorenne rifiuta il trattamento. L’incontro tra la donna matura e il giovane non sarà privo di conseguenze…
Il tema, il rapporto tra giustizia e morale, il conflitto tra ragione e sentimento (uelà!), tra condotta personale e pubblica, la crisi improvvisa in un’esistenza apparentemente colma di certezze, la consapevolezza che nulla invece può dirsi certo.
Alcuni trovano la scrittura dello Ian insopportabilmente noiosa (vero Sir?), io non sono tra coloro…

“Sentire Adam suonare la commosse, e la turbò nel profondo. Chi prende in mano un violino, o qualunque altro strumento musicale, compie un gesto di speranza che comporta il desiderio di un futuro”

Stefania Lazzia

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