Chesil Beach – Ian McEwan

Il rapporto tra me e Ian McEwan non è mai stato idilliaco: penso sia bravissimo, di una bravura quasi chirurgica, come un chitarrista tecnicamente perfetto…ma io infatti amo Keith Richards!

chesil

I suoi libri mi prendono il cervello ma non il cuore. Poi davanti ad Espiazione, Cortesie per gli ospiti e soprattutto Bambini nel Tempo, mi sono sempre inchinato al libro importante, ma mi mancava sempre qualcosa per farmi scattare la vera emozione. Chesil Beach, pur essendo un buon libro, penso sia un’opera minore, anzi, quasi un’occasione mancata. In un’Inghilterra anni ’60 il clima , ancora bigotto prima dell’avvento della liberalizzazione sessuale, impone un certo rigore nei modi di una giovane coppia: sono innamorati, sono complici, non hanno mai fatto l’amore, è il giorno delle loro nozze. McEwan coglie alla perfezione le dinamiche di una coppia di neo-sposi incapaci di comunicare, utilizza i problemi sessuali come allegoria di qualsiasi rapporto matrimoniale viziato (la timidezza della sposa, la goffaggine e l’irreprimibile aggressività dello sposo, la loro totale inesperienza in materia sessuale), ci mette in guardia sui pericoli dell’ipocrisia…ma alla fine non va a parare oltre quello che un po’ ti aspetti leggendolo. Insomma, alla fine non ci mette l’anima, l’intuito, la passione. C’è molta fredda teoria, tanta chirurgia, ma poca umanità nella pratica. Voto 7 perché non gli si può dare meno, ma i libri che -per me-  appassionano alla lettura sono altri.

Nicola Gervasini

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Ian McEwan, Il giardino di cemento

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Certi libri ti cercano. Sembra che arrivino per caso tra le tue mani mentre ne cerchi uno pubblicato nel tuo anno di nascita (1978). E tu, che non hai certo vissuto nella famiglia del Mulino Bianco, ti ritrovi a spiarne un’altra ed essere sollevata. Il trono della regina del cinismo ti viene usurpato da un ragazzino che il cemento ce l’ha sul cuore. Tante cose terribili vengono commesse da persone che non sono affatto terribili. Sconvolgente. 8/10

Francesca Ogana