John Williams – Nulla solo la notte #johnwilliams

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Una storia triste, un bambino segnato da un evento , un ragazzo rimasto intrappolato in un ricordo e la notte buia, nera, densa e liquida pronta a soffocare ogni speranza .
Un po’ paranoico però sono solo 138 pagine passa in fretta.
Leggere un romanzo di John Williams e’ sempre un piacere.

giuliano doria

Nulla, solo la notte è un romanzo breve –poco più di 100 pagine- che narra un giorno d’estate della vita di Arthur Maxley, un giovane inquieto e sensibile, tormentato dai ricordi della sua infanzia, ossessionato dalle visioni della defunta madre e dal rapporto fallimentare con un padre da sempre assente.

“Questa stanza è come la mia anima: sporca e disordinata”. L’anima di Arthur Maxley è opaca, stretta nell’incertezza della giovane età e in una biografia familiare amara, dove la protezione dei genitori si è polverizzata quando era ancora un ragazzino. Arthur spende la giornata estiva che fa da cornice a questo romanzo breve a San Francisco: qui ci sono le feste di Max Evartz, dove si beve troppo, e l’amico Stafford Lord, sempre in ritardo e terribilmente lamentoso, un giovane viziato da sogni irrealizzabili. Ma non sono le frequentazioni quanto i pensieri ad affollare la mente di Arthur, frammenti di ricordi di un’infanzia che ha al centro una voragine, una madre perduta senza sapere quale sia stata la causa e un padre, uomo d’affari sempre in giro per i continenti, il quale proprio in questo giorno è in città e propone al figlio un incontro. Ed è allora che le parole non si trovano e quelle che vengono pronunciate sono troppo poche e deboli, in un dialogo che non concede nulla al rapporto tra un genitore e un figlio. È a partire da Luisant’s, un club immerso nelle strade della metropoli, che consuma la notte e la delusione, un cocktail dopo l’altro con una donna che diventa compagna di solitudini e seduzioni.

Frank Conroy – Stop Time

A me queste storie di ragazzini americani di provincia , di famiglie che si spostano da un parte all’altra del paese, di amici che vivono la loro giovinezza per strada che si buscano la vita in un modo i nell’altro, che hanno paura ma non si fermano, che leggono e sono intelligenti ma nello stesso tempo sono anche figli di puttana…insomma a me queste storie mi piacciono assai. Leggetelo, è veramente bello.

Giuliano Doria

Stop-Time, published in 1967, is a memoir by American author Frank Conroy, and tells the story of his poor childhood and early adulthood, growing up in New York City and Florida. Focusing on a series of moments from his life, the book combines traditional fictional devices such as scenes while also delving deeply into the author’s psyche. The book established Conroy’s reputation as a writer. In his review, Norman Mailer wrote, “Stop-Time is unique, an autobiography with the intimate unprotected candor of a novel. What makes it special, however, is the style, dry as an etching, sparse, elegant, modest, cheerful. Conroy has that subtle sense of the proportion of things which one usually finds only in established writers just after the mellowing of their career.” Many younger writers have cited Stop-Time as an important influence on their writing careers.  He published his second book, Midair, 18 years later.

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