Nomadland – Jessica Bruder #JessicaBruder #Nomadland

«Dietro “Nomadland”, il film in assoluto più atteso alla Mostra del Cinema di Venezia [2020], c’è un libro folgorante. Azzardiamo: imprescindibile»Huffington Post

Da qualche giorno sono immersa nelle pagine di questo libro, Nomadland, dove la giornalista Jessica Bruder ha raccolto i risultati di più di tre anni di lavoro raccontando quello che è a tutti gli effetti un viaggio on the road di un genere del tutto particolare e inedito. Non è un romanzo, è un lungo reportage che ci fa conoscere i “workamper” americani (in genere over sessanta) che hanno deciso di vivere in movimento in roulotte, camper, furgoni attrezzati, case mobili di ogni genere. Però attenzione, non c’è quasi nulla di romantico in questo. Difficilmente alla base si trovano spinte tardo-hippy o giovanili slanci verso l’avventura e la libertà. I workamper “stanno sopravvivendo all’America.”

Sono quasi sempre persone che qui definiremmo prossime alle pensione (che là non esiste per tutti i lavoratori), comunque anziani. Sono persone travolte dalla crisi economica americana, persone senza un reddito che possa coprire i costi di un mutuo o di un affitto, a volte benestanti che nel giro di poco tempo si sono ritrovate senza lavoro e con una casa troppo cara da mantenere, senza i soldi per le bollette, persone che letteralmente non arrivano alla fine del mese, persone comuni. La casa mobile viene scelta per due ragioni: i costi di mantenimento sono infinitamente più bassi di un immobile e con un camper ti puoi muovere seguendo il lavoro, spostandoti di volta in volta dove puoi lavorare. I workamper sono “persone che non avevano mai immaginato di diventare nomadi e che ora si mettono in viaggio. Abbandonano case e appartamenti tradizionali per vivere in quelli che alcuni chiamano immobili su ruote, vivono la strada a tempo pieno perchè è l’unica via per non essere travolti da un’economia sempre più precaria.”

“Comunque si voglia chiamarli, i workamper si spostano lungo un circuito nazionale di lavori che si estende da costa a costa e su fino al Canada, un’economia sommersa creata da centinaia di datori di lavoro che pubblicano annunci divisi per categoria su siti come Workers on Wheels e Workampers News. Secondo il periodo dell’anno, i nomadi sono richiesti raccogliere lamponi in Vermont, mele nello stato di Washington, mirtilli in Kentucky. Fanno da guida negli allevamenti di pesci, staccano i biglietti delle corse, sorvegliano gli ingressi ai giacimenti petroliferi in Texas.” Lavorano nei campeggi, lavorano ovunque, lavorano tanto. A volte, a fronte di piccoli lavori, il compenso è rappresentato dal permesso di sostare in un’area attrezzata.

Sono migliaia, decine di migliaia. I più sono organizzati attraverso siti e condivisioni di notizie. Altri improvvisano. Centinaia (migliaia) di loro occupano periodicamente le aree appositamente attrezzate da CamperForce, l’agenzia che recluta lavoranti per Amazon. Le aree attorno ai magazzini si riempiono di camper e roulotte quando le spedizioni aumentano, ad esempio nel mese di dicembre. I turni nei magazzini Amazon sono massacranti e non dimentichiamo che il lavoratore in questione non è un ragazzino.”Amano noi pensionati perchè siamo affidabili. Ci presentiamo, sgobbiamo e siamo fondamentalmente degli schiavi.” ( D. Roderick, 77 anni ).

Nomadland ci fa conoscere uno spaccato d’America poco noto (forse lo sarà di più con l’uscita del film tratto da questo libro, film interpretato da Frances McDormand che ha vinto il Leone d’Oro a Venezia quest’anno ). Ci fa vedere gli effetti di una crisi devastante e ci fa conoscere un modo particolare di affrontarla. Il libro è scritto davvero molto bene, l’autrice racconta in modo coinvolto e coinvolgente senza retorica. I fatti sono ben documentati, è una lettura molto interessante che mi sta piacendo tanto. Tra le altre cose ho scoperto l’esistenza delle Earthship, case totalmente ecosostenibili costruite con materiale di recupero come pneumatici, lattine, bottiglie…Detto così sembrano una schifezza ma ho visto le foto e sono una vero gioiello.

Anna Massimino

Nomadland, nato dall’inchiesta «Dopo la pensione» ci accompagna in un viaggio indimenticabile attraverso la vita, i sogni e le speranze dei nomadi del terzo millennio, per scoprire che, squarciato il velo illusorio del Sogno Americano, al di là è forse possibile scorgere una nuova realtà, più umana, più solidale, più bella.

Da questo romanzo è tratto il film omonimo di Chloé Zhao, interpretato da Frances McDormand, vincitore del Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia 2020.

Nomadland – Jessica Bruder

Traduttore: Giada Diano

Editore: Edizioni Clichy Collana: Rive Gauche

Milanesi brava gente. Storie di nera a Milano (1946-1975). – Tommaso Bertelli, Matteo Liuzzi #Milanesibravagente #TommasoBertelli #MatteoLiuzzi #RadioPopolare #EditoreMilieu

Un consiglio veloce per una lettura leggera e intelligente (o tre: sono tre volumi in tutto):

Per chi ama Milano.

Per chi ama la storia fatta di storie. Anche minime.

Per chi ama i gialli, ma soprattutto la cronaca nera.

Per chi vuole conoscere la ligera.

Per chi vuole conoscere il mitico commissario Nardone, a cui tanti commissari “letterari” fanno un baffo sia per acume che per umanità.

Pia Drovandi

Descrizione

Milanesi brava gente solleva il tappeto sotto cui Milano ha nascosto le storie tormentate dei suoi figli dal dopoguerra a metà anni settanta. Perché la cronaca nera è spesso l’unica chiave per scoprire la vera anima di una città. Rapine, omicidi, rapimenti e regolamenti di conti: 20 storie per raccontare una Milano violenta e feroce, senza più alternative ma piena di fascino, in cui trovano spazio l’amore, la lotta di classe, le regole non scritte della mala, la ribellione al potere e persino il controspionaggio della Guerra Fredda. I protagonisti sono persone per le quali il dopoguerra, gli anni del boom e i primi Settanta non hanno rappresentato la scoperta del benessere, ma l’ingresso in un mondo in cui la povertà le ha trasformate in fuorilegge. E tra piccoli criminali e i grandi nomi della ligera milanese – Otello Onofri, Ugo Ciappina e Bruno Brancher – troviamo anche quelli che diventeranno esponenti di spicco delle forze dell’ordine – Mario Nardone e Carlo Alberto Dalla Chiesa. Sono storie di una Milano sotterranea, fitta di osterie e popolata da ladri e da banditi, da poliziotti senza pistola, da case di ringhiera con il bagno sul ballatoio, da assassini e prostitute, da spie capaci di vendere i propri amici alla polizia per qualche lira. Milanesi brava gente nasce dall’esperienza di Radiografia nera, uno dei programmi di maggior successo degli ultimi anni di Radio Popolare, la storica emittente libera milanese, e raccoglie le storie più sciagurate e poetiche che Matteo Liuzzi e Tommaso Bertelli, per tre anni, hanno inseguito negli archivi e raccontato in onda. Completano il volume le prefazioni di Piero Colaprico e di Claudio Agostoni, e le illustrazioni di Simona Eva Saponara.

Editore: Milieu