*Storia di Sarvari – Einaudi
“Quando siamo partiti per andare a prendere Sarvari in India – racconta Andrea – io non immaginavo neppure di fare i ‘miei’ fumetti: ero un disegnatore Disney, e all’epoca mi bastava. Dopo abbiamo cominciato a pensare che questa esperienza poteva diventare un racconto, però l’abbiamo sempre tenuta nel cassetto perché Sarvari non era d’accordo. Ci diceva sempre di no. Qualche anno fa invece è stata lei a riprendere il filo”.
Il racconto delle vicende che qualche anno fa hanno vissuto l’autore, la moglie e la loro figlia Sarvari. Una zanzara nell’orecchio è una storia sulla famiglia – sull’idea di famiglia, sulla costruzione di una famiglia a cavallo tra Genova e Mumbai – ma è anche una storia fatta in famiglia. Andrea ai testi e ai disegni, la moglie Daniela Mastrorilli ai colori. Sarvari ha dato il via libera, di più, ha spinto i genitori a raccontare.
Tutti noi che non le abbiamo vissute in prima persona abbiamo comunque idea che le adozioni comportino una numerosa serie di problemi burocratici, specie se si tratta di adozioni internazionali.
Andrea Ferraris ci racconta gli altri problemi umani, di conoscenza, di trasferimento, di adattamento, e lo fa con un bellissimo graphic novel, che commuove e diverte, con disegni dai colori vivaci, evocativi dell’India ma soprattutto dei diversi stati d’animo. E con l’aggiunta di alcune foto che ci fanno conoscere anche i volti reali dei protagonisti rendendoci ancora più partecipi. Perché è questo che poi fanno i buoni libri: ci regalano una storia che diventa parte di noi.
Rosangela Usai
Andrea Ferraris è uno dei pochissimi autori italiani che riescono a lavorare sia nel fumetto popolare sia nei cosiddetti graphic novel. Dalle storie dei Paperi Disney, Ferraris è passato con disinvoltura a raccontare la vita di Ottavio Bottecchia, il primo italiano a vincere il Tour de France (Bottecchia, Tunuè 2011, su testi di Giacomo Revelli). I suoi lavori più recenti sono invece due romanzi storici: Churubusco (Coconino Press, 2015) ambientato nel 1847 durante la guerra tra Stati Uniti e Messico, e La lingua del diavolo (Oblomov, 2018), che racconta la storia di due fratelli nella Sicilia del 1831, alle prese con l’emersione dell’Isola Ferdinandea. Nel mezzo c’è stato anche il tempo per La cicatrice (Oblomov 2017, con Renato Chiocca), reportage dal muro che separa Messico e Usa.