Daniel Pennac, Il Paradiso degli Orchi

…sono stato cacciato da molti posti nella mia vita, ma nessuno ha mai potuto costringermi a restare dove non volevo.

Daniel Pennac – Il Paradiso degli Orchi

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La mia prima volta con Pennac, grazie ad Esibaletta e Diegoliano che mi hanno prestato “Il Paradiso degli Orchi”, primo capitolo delle avventure di Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio.
Non sapevo esattamente che tipo di storia aspettarmi, sapevo solo, per sentito dire, che i suoi libri sono permeati di una vena surrealista e ironica.
Non mi aspettavo di certo una storia sanguinolenta fatta di attentati e altre storiacce brutte di cui non voglio svelare niente se non che, pur essendo totalmente inverosimili, sono intriganti al punto giusto.
Devo ammettere di avere fatto un po’ di fatica, inizialmente, ad abituarmi allo stile di Pennac, fatto di periodi complicati dove non sempre si capisce subito di cosa stia scrivendo; più volte ho dovuto rileggere alcuni periodi, una volta letto il successivo, visto che mi chiariva quello che poteva essere successo.
Andando avanti con la lettura, comunque, mi sono abituato e ho iniziato ad apprezzarlo sempre di più, affezionandomi alla pazza famiglia di Ben, composta da quattro tra fratellastri e sorellastre, tutte da parte di madre (in costante fuga dalle responsabilità) e con padri diversi e dal formidabile cane Julius.
Sicuramente continuerò a seguire le storie del capro espiatorio per eccellenza.

Massimo Arena

La fata Carabina, Daniel Pennac

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La fata Carabina, Daniel Pennac
Incipit.
Era inverno a Belleville e c’erano cinque personaggi. Sei contando la lastra di ghiaccio. Sette, anzi, con il cane che aveva accompagnato il Piccolo dal panettiere. Un cane epilettico, con la lingua che gli penzolava da un lato.