Daisy Jones and The Six – Taylor Jenkins Reid #TaylorJenkinsReid #Sperling&Kupfler

“Daisy Jones and The Six” è per tutti quelli che, come me, amano non solo i Beatles ma soprattutto il rock‘n’roll. È una storia che sembra vera, anche se vera non è, di musica, seventies e passione, un bellissimo romanzo sotto forma di reportage-intervista la cui originalità è il punto di forza. Ricostruisce un’atmosfera, un ambiente che ha fatto storia e aggiunge l’umanità delle persone che hanno costruito la magia di quegli anni.

Ci sono le groupies, ma anche la fedeltà; ci sono gli eccessi, ma anche la scelta di restare puliti; ci sono le band emergenti che diventano immense, ma anche il coraggio di farsi da parte, c’è tutta la California e lo stile di vita che molti di noi hanno sempre sognato. E poi ti aggancia, e non ti lascia più.

Cosa ha di diverso da altri romanzi, simili per contesto e ambientazione? Che è scritto magistralmente, perché ci vuole una bravura non comune per scrivere un romanzo che pare un lungo reportage fatto di interviste a tutti i protagonisti della storia. Perché è così: la storia si snoda e si ricompone sotto i nostri occhi attraverso le narrazioni di tutti i personaggi, ognuno con la propria voce, ben distinta dalle altre, sua e solo sua. Ero certa che mi sarebbe piaciuto, perché è l’argomento che – in un modo o nell’altro – mi affascina sempre e mi affascinerà per sempre, ma è stato una gran bella sorpresa!-

Bonus: in fondo ci sono i testi, con traduzione a fronte – di tutte le canzoni di Daisy e dei Six. Mi auguro che riescano davvero a farne una serie come si vocifera, perché le vorrei proprio sentire!

Loretta Briscione

Descrizione:

Daisy Jones & The Six: il gruppo rock più mitico di tutti i tempi. I loro concerti riempivano gli stadi in tutto il mondo, le loro canzoni hanno acceso le notti di un’intera generazione. La loro storia è il racconto di un’ascesa folgorante, dalle prime esibizioni nei peggiori locali di Los Angeles al successo planetario. È l’incarnazione stessa di un’epoca e di uno stile di vita – sesso, droga e rock’n’roll. È la sintesi di un’alchimia perfetta, non solo sul palco: l’amore tra Daisy Jones – la splendida vocalist, spirito libero e inafferrabile – e Billy Dunne, il frontman carismatico e dannato. Eppure, il 12 luglio 1979, dopo un concerto memorabile, il gruppo è scoppiato. Nessuno ha mai saputo perché… Fino a oggi. Musicisti della band, manager, fan, parenti e amanti: sono tutti testimoni di questa storia, ma ognuno ha la sua versione dei fatti. E oggi, a quarant’anni di distanza, sono finalmente pronti a raccontarla. Un romanzo a più voci che crea una leggenda.

Traduttore: Stefano Bortolussi

Editore: Sperling & Kupfer Collana:Pandora

Nastri – Stefano Solventi @nellogiovane69 #Nastri #recensione

“… consiglio questo libro a chi ama il rock e il punk, a chi non ama la fantascienza e a chi invece non può farne a meno, a chi ama i vecchi film noir di Jean Gabin e a chi è cresciuto con Strange Days, a chi ha una vecchia maglia di Iggy Pop e a chi ne ha appena comprata una nuova dei Ramones.”

Nastri. Una favola post-rock Stefano Solventi
Editore: Eretica
Anno edizione:2017
Pagine: 176 p., Brossura

Di Nastri, o della fine del Classic Rock.

Stefano Solventi prima di essere giornalista musicale, la musica la ama e la considera linfa di vita. Per questo la sua terrificante visione di società distopica del futuro è un mondo senza rock. Anzi, ancora peggio, un mondo tornato al 1955, quando il rock era un qualcosa di rivoluzionario e carbonaro, e i “cattivi” ascoltavano musica classica. Eppure Nastri, nella sua doppia veste di libro di fantascienza e di atto d’amore per ciò che il rock fu e mai più sarà, è un libro a suo modo anche positivo, perché nella distruzione del mondo che conosciamo nel 2017 ci cade anche internet, la follia del tutto commentato dei social, l’eterna presenza online, e i protagonisti non paiono dispiacersene troppo. E inoltre scopre tra le righe che se anche il rock morisse, la voglia di vivere e esprimersi anche estremamente non morirebbe, ma troverebbe nuove vie espressive, e forse sotto sotto ci dice a noi over 40 che sarebbe ora di smetterla di piangere per il lento ma inesorabile declino del classic rock. Il mondo del 2050 inoltre è un mondo quasi perfetto, pacificato e ben controllato, senza più le brutture di oggi, tanto che il 2001 e le Torri Gemelle paiono un ricordo ormai lontanissimo. Ma per arrivare a ciò si è dovuto, con la scusa di una epidemia (chissà se le polemiche antivaccini erano già all’ordine del giorno quando ha scritto il libro), eliminare ogni fonte di espressione umana troppo estrema, e il rock ricade in questa categoria. Ma ovviamente qualche rocker nostalgico non ci sta e si trasforma in terrorista. Sebbenesi debba forse godere anche del citazionismo da cultore di classic-rock per appassionarsi veramente, Nastri riesce a tenere bene l’equilibrio tra novella sci-fi e analisi sul perché per noi il rock resta così importante, mentre per le nuove generazioni è solo qualcosa che si può casualmente trovare su Spotify, e per cui certo non vale più la pena morire.

Nostalgico dunque, ma onesto nel riconoscere che forse i nostri figli stanno già vivendo in un mondo senza rock, e non sembrano starci così male. Consigliato.

Nicola Gervasini