Ci sono molte discussioni sul razzismo americano in questo libro; voglio ricordare il passo che mi ha commosso di più.
Emozionalmente, l’elezione di Barack Obama a Presidente degli Stati Uniti è una cosa che per molta misura ha toccato anche noi europei, ai tempi. Tuttavia quello che ha significato la sua elezione per il popolo nero americano ha una profondità di lascito che noi non arriviamo a comprendere se non marginalmente. Nel libro si racconta di come nel 2008 lui decida di concorrere alla presidenza nelle file del partito democratico, lo stesso partito dove corre anche Hillary, e nessuno degli amici afroamericani di Imefelu crede seriamente che Obama abbia una possibilità. Seguono anzi quasi con più interesse Hillary in quanto donna candidata, relegando il delegato di colore all’ennesimo tentativo alla Jesse Jackson. Prima o poi succederà, di avere un Presidente nero. Ma non sarà lui, e non sarà adesso, quel giorno. Poi una mattina si accorgono che Obama sta vincendo i caucus Stato dopo Stato, in modo inesorabile. Improvvisamente, incredibilmente, quel giorno sembra che possa essere nella propria vita, di lì a qualche mese. Quando tutti gli altri candidati vengono sbaragliati, e Obama annuncia di essere il delegato ufficiale del partito democatrico, improvvisamente tutti i neri che Imefelu conosce si galvanizzano. E’ come se una scossa elettrica li avesse attraversati, tutti, come razza: è una presa di coscienza di massa. Scendono in campo come volontari, leggono il libro di Obama per trarne ispirazione, si iscrivono tutti alle liste elettorali per votare. Ripensandoci, a come in Europa fossimo in dubbio se potesse vincere Obama, noi che vedevamo le cose dall’esterno, capisco che davvero non avevamo il polso, ma neanche la mente e il cuore della situazione. Perchè se c’era qualche bianco americano progressista in fondo indifferente al fatto che salisse un nero al potere, non c’era NESSUN nero americano indifferente. Ai seggi arrivano vecchi con i girelli, con le stampelle, in carrozzina: sono quelli che non hanno mai votato prima, e che si ricordano quando negli anni ’50 dovevano scendere dal marciapiede per far passare la signora bianca, quelli che hanno avuto nonne stuprate nelle piantagioni e padri picchiati senza pietà dalla polizia, quelli che non avrebbero mai pensato di vedere un nero Presidente non solo nel corso della loro vita, ma neanche in quelle dei loro figli e nemmeno dei loro nipotini. Imefelu e i suoi amici tutte le mattine della campagna presidenziale si alzano e per prima cosa accendono il telefono o il telegiornale per controllare che Obama non sia stato ammazzato in un attentato. Perchè sanno che esiste questa possibilità, sanno come corre profondo l’odio razziale nel paese della libertà e del sogno. Poi, dopo aver controllato che il loro sogno non sia ancora stato spazzato via, vanno avanti con le loro vite. Ma tutte le mattine, il loro primo pensiero è questo: Non ce la farà. Domani mi alzerò e lo avranno ucciso.
Lorenza Inquisition
Mi piace:
Mi piace Caricamento...