In viaggio contromano – Michael Zadoorian

“Credo che nulla di clamorosamente bello o brutto sia mai capitato nella mia vita. Sono accadute solo cose normali. Ho vissuto una vita completamente ordinaria. Volevo solo la mia casa, l’amore e il benessere dei miei cari, nient’altro. Ero consapevole di non essere stata messa su questa terra per una ragione particolare, ma ero lì, ed ero contenta di essere lì, ammirata da tanta bellezza. Era un momento perfetto.”

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E’ molto improbabile che io legga libri che affrontino temi come la vecchiaia, la malattia e in generale la fine della vita. Troppo doloroso e complicato separare la realtà dalle parole scritte sulla pagina di un libro. In questo caso, però, ha vinto la curiosità provocata dai commenti a dir poco entusiasti venuti fuori qui nel gruppo a proposito del libro di Zadoorian.
Non mi dilungo e vi rimando ad alcune belle recensioni come quelle di Lorenza e di Carlo.
Posso solo confermare quanto già scritto: davvero un bel libro, decisamente consigliato. E non importa che alcune scene siano poco probabili e distanti dalla realtà. Ciò che è davvero importante è il modo in cui l’autore presenta la parte che mi ha colpita di più: la salvaguardia della propria dignità. La libertà di scegliere come condurre il viaggio della propria vita, di evitare alcune tappe inutilmente dolorose e devastanti, di scegliere la destinazione finale. Di scegliere la meta, se possibile… E quel sapersi prendere cura dell’altro, il passeggero che ti viaggia a fianco per decenni, con l’attenzione e la complicità che solo un viaggio così lungo può creare, proteggendolo quando necessario. Perché la dignità sia salva, fino in fondo.
Facile scadere nel pietismo raccontando una storia come quella di questo libro: rischio ampiamente evitato dall’autore, in maniera brillante.
Nella presentazione si legge: Un romanzo di tenerezza e positività disarmanti, pronto per un film strepitoso. E io mi chiedo: ma è davvero necessario?

anna littlemax massimino

 

Paolo Rumiz – Trans Europa Express #PaoloRumiz

rumiz

Dalla Finlandia all’Ucraina su mezzi pubblici. Un percorso insolito e affascinante, con nomi ostici e personaggi che sembrano quelli di un tempo che fu.
Viene voglia di mettersi uno zaino (leggerissimo) in spalla e salire sul primo treno.
Consigliatissima la lettura nelle giornate di afa feroce: l’abbondante neve incontrata durante il viaggio è una vera mano santa.
E’ un piacere immenso leggere un libro di viaggio dove l’autore è innamorato del posto che descrive, è come essere al suo fianco durante il cammino.

anna littlemax massimino

DESCRIZIONE

2008. Seimila chilometri a zigzag da Rovaniemi (Finlandia) a Odessa (Ucraina). Un percorso che sembra tagliare, strappare l’Europa occidentale da quella orientale. È una strada, quella di Rumiz, che tra acque e foreste, e sentori di abbandono, si snoda tra gloriosi fantasmi industriali, villaggi vivi e villaggi morti. Rumiz accompagna il lettore, con una voce profonda, ricca di intonazioni, per paesaggi inediti, segreti, struggenti di bellezza. E più avanza, più ha la sensazione di non trovarsi su qualche sperduto confine ma precisamente al centro, nel cuore stesso dell’Europa. Attraversa dogane, recinzioni metalliche, barriere con tanto di torrette di guardia, vive attese interminabili e affronta severissimi controlli, ma come sempre – nel frattempo – conosce anche la generosità degli uomini e delle donne che incontra sul suo cammino: un pescatore di granchi giganti, prosperose venditrici di mirtilli, un prete che ha combattuto nelle forze speciali in Cecenia. Siamo di fronte a un libro raro, dettato da una scrittura che magnifica il viaggiare e la conoscenza del mondo – di quel mondo – attraverso il viaggiare.